Gela, la protesta si allarga | Presidio all’aeroporto di Comiso

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03 Febbraio 2016, 14:23

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COMISO (RAGUSA) – “Matteo, aiutaci!”. L’ultimo grido di protesta dei lavoratori di Gela arriva dall’aeroporto di Comiso. Si allarga, così, a macchia d’olio la protesta contro Eni. Dall’alba di oggi gli operai dell’indotto del petrolchimico stanno manifestando davanti all’ingresso dell’aeroporto “Pio La Torre”. Circa 200 i manifestanti che con striscioni e bandiere hanno trasferito i presidi nella vicini a città ragusana. Con loro i sindacalisti Cgil, Cisl e Uil del comparto della chimica. “Alziamo i toni della protesta – dicono Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania -. Da qui parte l’ennesimo appello al governatore Crocetta e al premier Renzi. Si facciano intermediari sulla vertenza Gela e degni rappresentanti di una politica che finora si è dimostrata fin troppo sorda rispetto al dramma che si vive in città”.

Le sigle sindacali ribadiscono: “non ci fermeremo” perché “Eni e politica hanno il dovere di risponderci”. “Matteo, aiutaci!”, si legge negli striscioni. “150 lavoratori dell’indotto Eni sono a casa. Lavoro adesso!”. Nonostante la stanchezza – da due settimane in protesta – i lavoratori non intendono indietreggiare rispetto alle richieste su bonifiche e investimenti compatibili con la salute e con l’ambiente perché “il caso Gela si discuta con una trattativa seria a Roma”. Intanto, venerdì la città si riunirà in preghiera. Alle18 in piazza San Francesco, davanti all’ingresso del Palazzo di Città, il vescovo Rosario Gisana celebrerà una santa messa alla presenza di tutti i sacerdoti del clero gelese.

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03 Febbraio 2016, 14:23

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