29 Dicembre 2015, 16:02
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GELA (CALTANISSETTA) – Non le mandano certo a dire i tre assessori di Gela licenziati in tronco ieri dal sindaco Messinese. E questa mattina, in un’affollatissima conferenza stampa, Nuccio Di Paola, Ketty Damante e Pietro Lorefice hanno replicato alle accuse del primo cittadino che li ha definiti “incapaci e inetti” sollevandoli improvvisamente dall’incarico. “La mia firma – afferma Di Paola – compare su più di 100 delibere, più di quella del sindaco che intanto se ne andava in giro per l’Italia coi suoi compari. Lui – aggiunge – che ci accusa di essere inetti. Ma è sempre lui che non incontra la gente. Anzi, se i cittadini gli vogliono parlare, devono prima compilare una richiesta scritta, mentre noi eravamo in giro ad ascoltarli per la città e a raccogliere proposte, soluzioni e lamentele”. “Sono bugie quelle che ha raccontato – dice l’ex assessore ai Lavori pubblici -. Non è vero che non partecipavamo ai lavori della giunta. L’ultima delibera (documento alla mano) l’ho firmata il 22 dicembre”.
Una contro-conferenza quella di oggi che sancisce la spaccatura nel Movimento cinque stelle di Gela. Un incontro coi giornalisti per rispondere alle accuse che Messinese aveva lanciato il giorno prima, dalla sua stanza, presentando i nuovi tre assessori, mentre due dei silurati (Di Paola e Lorefice) apprendevano la notizia della revoca dell’incarico, proprio mentre si recavano a lavoro nei rispettivi assessorati. “Abbiamo difeso un progetto – dice Lorefice -. Dentro la giunta volevamo, abbiamo chiesto e preteso regole scritte per la conduzione dei lavori. Ma nulla. Il rammarico più grande è che abbiamo creato un’aspettativa così alta alla quale non abbiamo potuto dare seguito. È questo ci dispiace. Ma è stata, per certi versi, una liberazione. È chiaro che lavoreremo ancora, ma senza viaggi né missioni”.
“Se tramare significa parlare coi consiglieri e coi cittadini, perché noi viaggi non ne abbiamo fatti, ma siamo rimasti a parlare con la gente, allora sono contenta di avere tramato contro l’amministrazione”. Così Damante che in giunta ha partecipato con le deleghe ai servizi sociali e ai fondi europei. “Messinese dice che non i siamo adeguati. Ma a cosa? Ad un unico pensiero? Realizzato da chi? Due, tre, quattro persone? Noi siamo stati in giunta perché scelti dal meet Up. Noi siamo il movimento cinque stelle e siamo stati nominati perché fossimo strumenti della città, al servizio dei cittadini”.
Ora tutti, dichiarandosi apertamente all’opposizione di questa giunta comunale, chiedono ai vertici regionali e nazionali del M5s di ritirare il simbolo e di espellere Messinese dal movimento, mentre i militanti di una delle due fazioni “grilline”, createsi a Gela, hanno lanciato sul web l’hashtag “Messinesedimettiti”, che sta registrando l’adesione di centinaia di simpatizzanti.
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29 Dicembre 2015, 16:02