02 Ottobre 2018, 20:37
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PALERMO – Seduta congiunta della Commissione Ambiente e della Commissione Attività produttive dell’Ars per ascoltare l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri sugli investimenti per le aree di crisi complesse. In particolare, la discussione ha riguardato l’area vasta di Gela, da Vittoria a Riesi, e il suo rilancio. Dopo innumerevoli ritardi, i piani sono ripartiti da quando si è insediato il governo Musumeci – dice il presidente della Quarta commissione dell’Ars, Giusi Savarino – e siamo arrivati a un accordo di programma che aspetta soltanto la firma del governo nazionale per diventare esecutivo”.
Il piano prevede investimenti per le piccole e medie imprese per 25 milioni di euro, 15 milioni dovrebbero arrivare da Roma attraverso i fondi Pon, 10 dalla Regione attraverso i fondi Pac. “Arcuri ha apprezzato il lavoro svolto dal governo regionale – riferisce sempre Savarino – e siamo rimasti d’accordo che, una volta ottenuto il via libera da Palazzo Chigi, lavoreremo insieme al bando. Alla manifestazione di interesse di qualche tempo fa hanno risposto in 432, presentando molti buoni propositi, chiamiamoli così, che potrebbero diventare ottimi progetti. Un modello di lavoro che potrebbe diventare un modello da seguire anche per la spesa di fondi europei in altri settori. Penso a Termini Imerese, per esempio”.
“Territori che hanno già pagato alla crisi un tributo altissimo con aziende chiuse e posti di lavoro persi non possono attendere una burocrazia lenta, né sopportare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi annunciati”. È la posizione di Sicindustria espressa oggi in occasione dell’audizione congiunta. “Nel caso di Gela – affermano gli industriali – Eni sta portando avanti un importante investimento per la trasformazione in bio raffineria del vecchio stabilimento. Per riuscire, però, a rivitalizzare un vasto territorio come è quello compreso nell’area di crisi, occorre innanzitutto fare delle scelte selettive e avviare lo sviluppo di nuovi modelli produttivi che nascano dal territorio e incoraggino le capacità di diversificazione delle imprese che facevano parte dell’ex-indotto. Senza una idea di sviluppo chiara qualsiasi risorsa economica non potrà mai innescare quel processo virtuoso che è invece necessario per rivitalizzare queste zone. Sarebbe inoltre auspicabile che la selezione delle schede progettuali desse priorità agli investimenti potenzialmente in grado di creare delle filiere produttive, prevedendo punteggi premiali per i progetti di Reti d’impresa in grado di sviluppare al massimo le potenzialità del territorio”.
“Il piano di recupero dell’area di crisi di Gela è un passo importante per il risanamento di quel comprensorio, ma perché gli interventi siano efficaci occorre sicuramente un maggiore stanziamento di fondi ed occorre che le azioni siano concentrati lì dove vi è maggiore bisogno”, afferma Marianna Caronia, presidente del Gruppo Misto all’Assemblea regionale siciliana che oggi ha chiesto “con grande forza al Governo regionale di impegnarsi a contribuire al reperimento di nuove risorse”. “Occorre una rapida approvazione di un decreto ministeriale per la ratifica del piano – afferma la deputata regionale – destinando maggiori risorse, cui il Governo della Regione può contribuire intercettando più assi finanziari che diano risposte alle diverse esigenze e vocazioni del territorio. Se infatti Gela ha una spiccata vocazione industriale che va adeguatamente valorizzata con maggiori chances rispetto ad altri territori limitrofi, si può e si deve individuare altre risorse in grado di sostenere anche settori chiave come quello agricolo o quello dei beni culturali. Allo stesso tempo, occorre che Eni dia avvio e mantenga il proprio impegno per la bonifica, tante volte annunciata ma ancora ferma al palo!”.
Ma dal Movimento 5 stelle arrivano le critiche: “Tra le pieghe del piano di recupero dell’area di crisi complessa di Gela – scrive in una nota il gruppo del M5s dell’Ars – si nasconde l’arrivo di una enorme quantità di olio esausto. È quanto emerso oggi nel corso di un’audizione all’Ars cui erano presenti i rappresentanti di Eni, Invitalia e Sicindustria, oltre ad una grossa rappresentanza dei sindaci dei Comuni del comprensorio gelese”. “Non vorremmo – aggiunge il deputato Nuccio di Paola – che la toppa fosse peggiore del buco, e si passasse dalla padella alla brace. Tutti e 4 i progetti di cui abbiamo notizia sono relativi a trattamento dei rifiuti. Per la rinascita del comprensorio ci aspettiamo ben altro. E con noi lo aspettano 24 Comuni e 400 mila abitanti”. Alla Regione il Movimento 5 stelle rimprovera pure lo scarso interesse mostrato per il piano, cosa che si concretizza nei pochi fondi messi a disposizione. “Dei 25 milioni di euro disponibili – afferma Di Paola – solo 10 arrivano da Palermo, mi sembrano veramente pochi, specie se ciò è raffrontato con quanto destinato ad altre aree di crisi”. Sul ruolo passivo della Regine mette l’accento anche Giancarlo Cancelleri: “C’è una imbarazzante continuità con l’operato del governo Crocetta. La Regione si è limitata a fare un compitino scialbo e senza prospettiva di sviluppo, l’area fra Caltanissetta e Gela non può ancora subire scelte miopi che affossano ancora di più un territorio spesso dimenticato e sempre martoriato”.
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02 Ottobre 2018, 20:37