23 Aprile 2009, 10:24
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Beni per un valore di circa un milione e mezzo di euro sono stati sequestrati dalla Questura di Caltanissetta su disposizione della Sezione misure di prevenzione del locale Tribunale. Il provvedimento è stato disposto nei
confronti di Gaetano Morteo, 58 anni, indicato come appartenente alla cosca mafiosa della “Stidda” di Gela e del suo nucleo familiare. Sotto sequestro sono finiti tre immobili (un’abitazione su quattro livelli – un appezzamento di terreno, con annessa abitazione, sito in contrada Passo di Piazza – la quota di un
mezzo di un terreno utilizzato per il ricovero degli automezzi); tre camion; quattro rimorchi; due autovetture; un motociclo. Inoltre sono state sequestrate quote societarie e tre conti correnti. Tutti i beni sequestrati sono stati messi a disposizione di un amministratore giudiziario.
Operazione “Bilico”
L’attività trae impulso dall’operazione denominata “Bilico”, condotta dalla Squadra mobile di Caltanissetta e dal commissariato di Gela nel 2007 e culminata il 12 ottobre 2007 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di quattro soggetti indiziati di appartenere alla cosca mafiosa della “Stidda” di Gela, tra cui Gaetano Morteo. Successivamente all’operazione, gli investigatori hanno avviato approfondite indagini ed accertamenti patrimoniali riuscendo a ricostruire il patrimonio di immobili e beni mobili registrati che l’indagato, sfruttando l’appartenenza alla consorteria mafiosa, sarebbe riuscito ad accumulare in un lasso di tempo che può ricondursi al periodo compreso tra il 1990 ed il 2006.
Monopolio nei trasporti
Morteo, secondo quanto accertato dagli inquirenti, facendo leva sulla sua appartenenza alla cosca mafiosa, sarebbe riuscito a determinare un monopolio di fatto, condizionando tutta l’attività del trasporto e della commercializzazione del settore ortofrutticolo di Gela e del suo immediato circondario, verso i mercati all’ingrosso del Nord Italia. Consolidata questa posizione di intermediazione, attuata tramite la società di fatto, convenzionalmente denominata “agenzia Valenti”, sarebbe riuscito a crearsi una florida azienda di autotrasporto (ditta Ni.Ga. Transport S.R.L), con diversi automezzi specializzati che, nel tempo, gli hanno consentito di effettuare gran parte del trasporto nel settore. Per ogni pedana trasportata la ditta si faceva pagare 70 euro; mentre per il servizio di intermediazione la tariffa ammontava ad una percentuale variabile tra il 6 ed il 10 per cento del valore del trasporto. La capacità d’intimidazione sviluppata
da Gaetano Morteo era cosi’ efficace ed ineludibile che gli altri autotrasportatori non riuscivano ad inserirsi nel mercato. L’attività d’indagine ha consentito di accertare come, nel periodo di tempo considerato, a fronte di introiti del Morteo e del suo nucleo familiare del tutto modesti, sono risultati esborsi e spese del tutto ingiustificati e che, secondo gli investigatori, sono da ricondurre esclusivamente all’arricchimento illecito ottenuto dal proposto solo in virtu’ della sua appartenenza alla cosca.
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23 Aprile 2009, 10:24