Gela si ferma per lo sciopero | Crocetta: “Saremo durissimi”

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28 Luglio 2014, 09:45

7 min di lettura

GELA –  Gela scende in piazza contro l’Eni. La città si ferma per lo sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil dopo l’annuncio del colosso del cane a sei zampe di non investire i 700 milioni di euro di cui si stipulò un patto lo scorso anno. Saracinesche abbassate e negozi chiusi (non sarebbe stato diversamente considerato che è lunedì mattina) nella città del golfo dove un concentramento di poco più di 3000 lavoratori insieme con le famiglie si è dato appuntamento nei pressi del museo archeologico regionale per dare vita alla giornata di protesta conclusasi in Piazza Umberto I. Allo sciopero ha aderito il numero uno della Cgil Susanna Camusso arrivata puntuale questa mattina a Gela accompagnata da alcuni esponenti locali del sindacato, tra cui Emanuele Gallo e Ignazio Giudice rispettivamente della Cisl e Cisl ed accolta tra gli applausi dei lavoratori.

“Questo sciopero non è solidarietà alla città in difficoltà – ha detto la Camusso – ma una iniziativa realizzata perché si prenda un impegno, non siamo qui per celebrare le difficoltà. Non ci lavoratori di serie a e di serie B, la soluzione deve esserci e deve esserci per tutti – ha aggiunto la Camusso -. Il Paese ha bisogno di una sola riforma, quella del lavoro che si difende non accettando piani industriali che prevedano riduzioni. E’ urgente che il Governo nell’agenda politica metta il lavoro e la sua difesa partendo dall’Eni di cui è azionista principale”. Poi la Camusso si è rivolta ai vertici dell’Eni: “Il vostro piano industriale non ci piace e deve essere profondamente cambiato. Gela è fondamentale per la produzione di energia, allora perché costringere il paese a fare un passo indietro?”. Il leader della Cgil si è poi rivolta al governo regionale perché “non ci può essere estrazione senza raffinazione a Gela” e ha esortato il premier Renzi a venire in Sicilia “non per una visita di solidarietà ma ad esercitare la funzione di azionista Eni. A Gela – ha proseguito – una soluzione è possibile. Non siamo di fronte a un’azienda in difficoltà. Per il bene del Paese, può decidere di non distribuire dividendi e di investire invece le risorse guardando in prospettiva. Se si vogliono fare scelte di investimenti innovativi, penso al bio-fuel, queste si affiancano non si sostituiscono alla raffineria”.

“Non possiamo accettare questi tagli, occorre che la Sicilia resti nel contesto industriale per assicurare un futuro occupazionale alla nuova generazione”, così Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl Sicilia, mentre Emanuele Piraino (Cisl) dal palco ricorda quando Mattei disse “chiamate i vostri parenti e ditegli di ritornare in Sicilia, a Gela, perché qui ci sarà lavoro”.

Allo sciopero anche il sindaco di Gela che ha ribadito come “non permetteremo di tagliare le gambe al futuro di questa città”. Con lui anche i sindaci di Butera, Mazzarino, Riesi, Caltanissetta e Sommatino. Applausi per il Governatore della Sicilia Rosario Crocetta, salito per ultimo sul palco: “L’Eni non può spremere la città come un limone. Se all’incontro di mercoledì prossimo l’Eni manterrà la linea dura, noi saremo ancora più duri”, ha detto. “Abbiamo cacciato la mafia dallo stabilimento petrolchimico e lavorava bene l’Eni con la mafia! Adesso che abbiamo ripulito non se ne parla più. Oggi l’Eni non può giocare con questa città che gli ha dato molto. Devono ripulire il sottosuolo pieno di veleni, devono bonificare. Vogliamo l’industria compatibile con il territorio. E questo si può fare. Non stiamo difendendo i nostri interessi privati ma della Sicilia, di Gela e delle future generazioni”.

L’idea dell’Eni di andare via è un “l’annuncio shock”, proseguono. “Solo un sobrio ma determinato sforzo collettivo consentirà alla città di non essere mortificata”, sostengono i segretari generali Giudice, Gallo e Mudaro.

Per il Movimento cinque Stelle lo sciopero di oggi non sia un modo per fare “passerella ed inutili proclami”. Da Gela gli attivisti chiedono ai “tanti sindacalisti e politicanti locali e regionali di tutti i partiti che alla mangiatoia dell’ENI hanno banchettato per lungo tempo, lucrando potere clientelare in cambio di pace sociale e sottovalutazione degli effetti dannosi derivanti dalla raffineria alla salute dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente, di smettere di fare passerella”.

Alla protesta anche una massiccia presenza di rappresentanti del clero di Gela ed il Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina Mons. Rosario Gisana per “condividere con i nostri lavoratori, nostri fratelli, questo momento così angoscioso e difficile. Speriamo di non soffocarci nelle chiacchiere”. Allo sciopero hanno aderito anche le associazioni “Libera, nomi e numeri contro le mafie” e “Gela Famiglia”. Insieme per chiedere “il bene della collettività”, dicono i rappresentanti Giuseppe Spata e Michela Prestia.

 

La diretta di stamattina

A Gela oggi è sciopero generale. A distanza di venti giorni dal blocco alla Raffineria Eni (dopo l’annuncio di ritirare i 700 milioni di euro di investimenti per il piano industriale) nella città del golfo è il giorno della prova. Sono stati giorni intensi per i lavoratori e i sindacati che hanno promosso con volantinaggi la manifestazione di oggi alla quale presenzierà Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil. In queste ultime ore non sono mancati gli appelli che le sigle sindacali e le associazioni hanno rivolto alla cittadinanza invitandola a scendere in piazza. “Non possiamo assistere inerti ad un grande gruppo che rischia di uscire dall’industria”, dicono i segretari generali di Cgil, Cisl e UIL Camusso, Bernava e Pirani. L’idea dell’Eni di andare via è un “l’annuncio shock”, proseguono.

“Solo un sobrio ma determinato sforzo collettivo consentirà alla città di non essere mortificata”, sostengono i segretari generali Giudice, Gallo e Mudaro.

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Per il Movimento cinque Stelle lo sciopero di oggi non debe essere un modo per fare “passerella ed inutili proclami”. Da Gela gli attivisti chiedono ai “tanti sindacalisti e politicanti locali e regionali di tutti i partiti che alla mangiatoia dell’ENI hanno banchettato per lungo tempo, lucrando potere clientelare in cambio di pace sociale e sottovalutazione degli effetti dannosi derivanti dalla raffineria alla salute dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente, di smettere di fare passerella”.

Aggiornamento 10,20. 

È partito dal Museo Archeologico Regionale il corteo dei lavoratori e dei sindacati per dare vita alla giornata di sciopero contro l’Eni. In testa al corteo il numero uno della Cgil Susanna Camusso arrivata puntuale. Il segretario nazionale, accompagnata dalle rappresentanze sindacali locali, ha abbracciato i lavoratori che l’hanno accolta con applausi.

“Se non c’è una scelta generale che mette al centro la difesa del lavoro e del nuovo lavoro il problema della crescita occupazionale resta alto”, ha detto la Camusso. “Siamo qua per lottare e per chiedere che si parta dalla conferma degli investimenti concordati lo scorso anno. Manca una politica industriale seria in Italia, a Gela il problema è rispettare i patti. Per questo da Gela parte una vertenza nazionale”.

Presente anche il segretario regionale Cisl Maurizio Bernava ed i sindaci di Caltanissetta, Mazzarino, Butera. In prima fila anche il Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina Mons. Rosario Gisana, il vicario foraneo Mons. Grazio Alabiso ed alcuni sacerdoti della città tra cui Don Luigi Petralia, Don Lino Di Dio.

“Non si può pensare che l’Eni abbandoni uno dei territori più infrastrutturali d’Italia, che per giunta sta in Sicilia, una regione che di solito si dice manchi di infrastrutture e di possibilità”. Lo ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso, a Gela alla manifestazione in occasione dello sciopero in difesa della continuità produttiva della raffineria dell’Eni.

“A Gela una soluzione è possibile. – ha concluso Camusso – Non siamo di fronte a un’azienda in difficoltà. Per il bene del Paese, può decidere di non distribuire dividendi e di investire invece le risorse guardando in prospettiva. Se si vogliono fare scelte di investimenti innovativi, penso al bio-fuel, queste si affiancano non si sostituiscono alla raffineria”.

Aggiornamento 11,41.

“L’Eni non può spremere la città come un limone. Se all’incontro di mercoledì prossimo l’Eni manterrà la linea dura, noi saremo ancora più duri”, così Rosario Crocetta, Presidente della Regione appena arrivato a Gela alla manifestazione. Tra poco in piazza Umberto I Susanna Camusso e le alte sigle sindacali terranno un comizio.

 

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28 Luglio 2014, 09:45

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