Gesap, fondazioni, partecipate| Orlando fa l’asso pigliatutto

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31 Maggio 2016, 19:44

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PALERMO – Il porto, l’aeroporto, la società Interporti, la fondazione Sant’Elia, la partecipata Palermo Energia, l’area marina di Capo Gallo, riserve naturali sparse per la Provincia e una pletora di posti di sottogoverno. Ecco la “dote” della Città metropolitana di Palermo che, grazie al decreto del presidente della Regione, da oggi diventa appannaggio del sindaco del capoluogo Leoluca Orlando.

Un sindaco che da oggi sarà ufficialmente “metropolitano” e che mette fine a tre anni di commissariamenti dell’ente di via Maqueda, ormai in preda a una lenta agonia. L’ex Provincia di Palermo, infatti, avrebbe bisogno di una quarantina di milioni di euro per rimettersi in sesto e occuparsi con serenità di strade, scuole e opere pubbliche: una situazione di deficit strutturale che, paradossalmente, è assai meno grave di quello delle altre province siciliane.

La tormentata riforma, dopo l’ultimo passaggio all’Ars, ricalca fedelmente quella nazionale che porta il nome del ministro Delrio: a Palermo, che è una città metropolitana, il sindaco del capoluogo è di diritto il sindaco metropolitano che, dal primo luglio al 30 settembre, dovrà convocare la conferenza metropolitana (formata dai sindaci e dai consiglieri) perché questa elegga il consiglio metropolitano formato da 18 componenti e a cui il sindaco può anche conferire delle deleghe (aprendo una scontata trattativa con i partiti). A quel punto la Città metropolitana sarà in grado di funzionare a pieno regime, nonostante i gravi problemi di cassa e in attesa che il Presidente della Regione emetta i decreti che devono definire con precisione le competenze degli enti.

Ma al di là degli aspetti più istituzionali, a risaltare è la dimensione politica di questa nuova carica che dà anche l’idea del perché in molti, all’Ars, non volevano l’automatismo della nomina. Leoluca Orlando, infatti, oltre a essere sindaco del capoluogo della regione, capo della combattiva Anci isolana e presidente dell’assemblea territoriale idrica del Palermitano, diventerà ufficialmente il sindaco della Città metropolitana più importante della Sicilia.

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Una posizione da cui, c’è da giurarci, il Professore potrà continuare a sparare a zero contro il governo, infittendo quella rete di relazioni con i sindaci del comprensorio che ha iniziato a tessere anni fa con l’Anci, vari patti a cavallo fra Palermitano e Trapanese e con la gestione del dopo-Aps e che potrà irrobustire nella veste di sindaco metropolitano e quindi responsabile dell’intera ex Provincia. Un lavoro certosino che, in caso di rielezione a Palazzo delle Aquile il prossimo maggio, potrebbe spianare la strada in vista della lista dei sindaci annunciata per le elezioni regionali dell’autunno 2017.

Ancora non è chiaro quando Orlando si insedierà ufficialmente a Palazzo Comitini, ma già il mondo della politica comincia a fare i conti con il nuovo “peso” del Professore che potrà, ad esempio, controllare oltre il 70% della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto di Punta Raisi. Negli ultimi mesi era andato in scena il braccio di ferro con la Regione per la nomina del nuovo amministratore delegato e le strategie sulla privatizzazione, con un duello senza esclusione di colpi. Adesso i due componenti del cda (l’ad Mistretta e l’ex assessore Li Calzi) dovranno rispondere al sindaco.

Orlando potrà contare su un ulteriore seggio nel comitato dell’Autorità portuale (decisivo per la nomina del segretario dell’ente, su cui si era consumato tempo fa uno scontro con la Regione), ma potrà incidere anche nella società Interporti e controllare direttamente partecipate e fondazioni e vari posti di sottogoverno.

 

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31 Maggio 2016, 19:44

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