19 Ottobre 2012, 13:01
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PALERMO – Lo tsunami Gesip non arresta la propria folle corsa, anzi prosegue travolgendo chiunque incontri. L’ultimo capitolo della vicenda, quello consumatosi stamani al Pala Uditore tra i sindacati ed il sindaco Leoluca Orlando, dà la dimensione di quanto la società partecipata sia arrivata ai ferri corti, tanto con il primo cittadino del capoluogo, siciliano, quanto con il Governo nazionale. Livesicilia prova dunque a riscostruire temporalmente le vicissitudini che, negli ultimi cinque mesi, hanno coinvolto queste tre componenti.
21 maggio Orlando vince al ballottaggio le elezioni comunali contro Fabrizio Ferrandelli. Il nuovo sindaco si trova immediatamente fra le mani la grana Gesip. Entro il 26 maggio, infatti, il Comune dovrà presentare al governo nazionale un piano di riordino complessivo delle società partecipate. Una scelta di non poco conto, che andrà ad incidere pesantemente sul futuro dei servizi e di oltre diecimila dipendenti e delle loro famiglie.
25 maggio Orlando firma il piano per la Gesip. Piano inviato al governo nazionale, condizione imprescindibile per lo stanziamento dei dieci milioni di euro necessari alla sopravvivenza, almeno per giugno e luglio, della società partecipata del Comune di Palermo. “Il nostro obiettivo – afferma Orlando – è di rendere la società efficiente e di riqualificare il personale. Questo piano è un punto di partenza, ma il governo deve decidere se vuole salvare la Gesip”.
1 giugno: Nel corso di una riunione di giunta l’amministrazione comunale approva la proroga del contratto alla società partecipata fino allo scadere di giugno. I soldi in cassa, infatti, sarebbero bastati solo fino ad inizio giugno quando sarebbe scaduta la convenzione. La proroga entra in vigore il 3 giugno e prosegue per 28 giorni.
4 giugno Il sindaco incontra i sindacati e ammette “Un piano B per la Gesip non esiste” il destino della partecipata è nelle mani del governo Monti che dovrà esprimere un parere sul piano presentato dal Comune.
20 giugno Orlando vola a Roma: “Abbiamo registrato una grande attenzione da parte dei ministri Cancellieri e Passera a nome del governo”. Il 30 giugno intanto finiranno i soldi stanziati della Protezione civile.
13 luglio Dopo una lunga serie di incontri a Roma tra il sindaco ed il ministro Cancellieri il governo da l’ok allo sblocco della seconda tranche di cinque milioni per la Gesip. Un ennesimo stanziamento che dovrebbe consentire all’azienda di tirare avanti per tutto agosto.
1 agosto Si registrano le prime proteste da parte degli operai di fronte Palazzo Barone. Alla base del malcontento il ritardo nel pagamento degli stipendi di luglio. La giunta comunale, qualche giorno dopo, proroga il contratto di servizio fino al 31 agosto. “Abbiamo messo in sicurezza l’azienda per questo mese – ammette Orlando – e siamo pronti anche per il prossimo”.
23 agosto All’ennesima proroga non seguono segnali incoraggianti dal governo nazionale. Dal primo settembre i lavoratori saranno in “astensione dal lavoro e dalla retribuzione” con il Comune sempre più vicino al crac. Orlando minaccia le proprie dimissioni pur di sbloccare la questione dei cinque milioni ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Antonio Catricalà, è costretto a dover intervenire in prima persona per evitare lo scontro istituzionale.
31 agosto Il Comune risponde a Roma e vira con decisione, d’intesa con i sindacati, verso la soluzione società consortile, che comprenderebbe tutte le partecipate del capoluogo siciliano.
4 settembre Scoppia la protesta dei lavoratori e la città piomba nel caos. Circa duecento operai bloccano la zona della Cala. Gli operai paralizzano per ore il porto. I lavoratori senza paga e lavoro, dal 1 settembre, sono 1.808. Nei giorni immediatamente successivi gli operai portano la protesta anche a piazza Pretoria ed alla Cattedrale. I lavorati organizzano pullman per portare la protesta a Roma.
12 settembre In città si vive una nuova giornata di passione. I lavoratori, tornati con un pugno di mosche dalla capitale, riversano e danno fuoco cassonetti per le strade del centro. Il Comune avvia le procedure per la messa in cassa integrazione di tutti gli operai.
18 settembre Viene confermata la cassa integrazione in deroga per i 1800 lavoratori Gesip, fino al 31 dicembre. Il sindaco Orlando garantisce che dal primo gennaio verranno assunti nella nuova società consortile.
12 ottobre Al dubbio legato alla cassa integrazione in deroga si uniscono a quelli sul capitolo “priorità”. Si attende, infatti, che il ministero del Lavoro si esprima sulla società di via Maggiore Toselli per evitare d’essere messa in coda a tutte le altre aziende siciliane.
15 ottobre La Regione conferma che la Gesip non rientra nelle interlocuzioni romane sulla cassa integrazione e questo provoca nuove protesta dei lavoratori. In serata arriva la nota del sindaco: “Ho chiesto incontri urgenti a Roma, ai tavoli tecnici si era deciso altro”.
19 ottobre L’ultimo capitolo della vicenda si consuma al Pala Uditore dove il primo cittadino incontra i sindacati. Orlando afferma: “È necessario raggiungere due accordi: uno a Roma per aumentare i soldi e uno a Palermo per darli alla Gesip. La prossima settimana ci vogliono carte firmate sia a Roma che a Palermo. Protesterò io contro il governo, in caso contrario, ma non accetto che protestiate contro di me”. I lavoratori contestano il sindaco, costretto ad abbandonare la struttura sportiva tra urla ed insulti. La Gesip è sul piede di guerra.
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19 Ottobre 2012, 13:01