11 Ottobre 2013, 11:18
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PALERMO – La vicenda della Gesip sembra ormai a un punto di svolta. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, la società starebbe preparando le procedure per il licenziamento collettivo dei quasi 1.800 dipendenti e le lettere potrebbero arrivare ai lavoratori già lunedì, visto che il 15 ottobre scadranno i 75 giorni di preavviso fissati per legge in caso di mancato accordo sindacale (il 31 dicembre scadrà infatti la cassa integrazione). Una mossa di cui non c’è ancora ufficialità, ma che dovrebbe essere annunciata oggi nell’incontro di mezzogiorno con i sindacati convocato dal sindaco Leoluca Orlando a Palazzo Galletti.
Piazza Pretoria, come anticipato nei giorni scorsi da Livesicilia, starebbe lavorando a un piano assai articolato che contempli più soluzioni diverse fra loro: la mobilità orizzontale in altre aziende (su tutte l’Amat per la pulizia degli autobus), l’esodo incentivato e il rinnovo della cassa integrazione. Ipotesi alle quali l’amministrazione comunale pensa da settimane, come testimonia l’incontro dello scorso primo ottobre a Roma con ministero del Lavoro e Inps (al termine del quale venne diramato un comunicato che parlava del mantenimento dei livelli salariali e non di quelli occupazionali) e la missione romana dell’altro ieri nella Capitale con Italia Lavoro e con l’Inps (che avrebbe aperto a un ri-utilizzo dei lavoratori in Cig in altre mansioni ma solo a patto che il Comune continui a co-finanziare l’ammortizzatore sociale).
L’esodo incentivato potrebbe riguardare circa 400 lavoratori con la garanzia di un anno di Aspi, del tfr e di una somma in denaro, ma la procedura, secondo quanto sostenuto da Italia Lavoro, potrebbe concretizzarsi solo con un bando emanato dalla stessa Gesip. Seicento lavoratori potrebbero rientrare nella mobilità orizzontale (anche se permangono molti dubbi sia sui numeri che sullo strumento giuridico da adottare) e il resto rimarrebbe in cassa integrazione in deroga, ma all’interno di un accordo direttamente col ministero che tagli fuori la Regione (per la felicità di Palazzo d’Orleans) e le sue eventuali obiezioni, in attesa di essere assorbito mediante il turn over che dovrebbe vedere circa un migliaio di dipendenti delle altre aziende andare in pensione da qui al 2017.
Il problema, però, resta il licenziamento collettivo visto che, se queste ipotesi non dovessero concretizzarsi, dal primo gennaio partirebbe l’Aspi e, alla fine, il licenziamento definitivo: prospettiva che potrebbe scatenare nuovamente le proteste di piazza e surriscaldare gli animi. “Purtroppo non c’è altra alternativa – dicono a taccuini chiusi da piazza Pretoria – il licenziamento collettivo è un atto dovuto visto che non ci sono abbastanza soldi a coprire il costo di tutto il personale e dal primo gennaio dovrebbero rientrare tutti al lavoro. La società non può fare altrimenti. Il dialogo col governo nazionale è ben avviato e, comunque, se si dovesse ripresentare un problema di ordine pubblico, lo Stato non potrebbe non farsene carico, malgrado il governo non disponga di moltissimi fondi per gli ammortizzatori sociali. Del resto, la Gesip rimane in liquidazione ed è quindi destinata a chiudere. I lavoratori devono capire che o accettano queste condizioni o andranno incontro al licenziamento”.
AGGIORNAMENTO
Si è concluso prima delle 15 il vertice tra il sindaco e le organizzazioni sindacali, nel corso del quale l’amministrazione ha prospettato il licenziamento collettivo e tre percorsi: mobilità orizzontale, esodi incentivati (tfr, un anno di Aspi e 15mila euro di incentivo) e nuova cassa integrazione, così come anticipato da Livesicilia. Il sindaco avrebbe fornito rassicurazioni sulla parità salariale dei dipendenti (con un corrispettivo che resterebbe uguale all’attuale) e convocato un nuovo vertice tra 15 giorni. Nelle prossime due settimane Palazzo delle Aquile si è impegnato a verificare: i servizi che le aziende comunali ad oggi appaltano, onde internalizzarli dal primo gennaio; la necessità di personale delle varie aziende; la possibilità di assegnare ad altre aziende i servizi essenziali svolti da Gesip, con relativa copertura economica e unità lavorative; le disponibilità economiche attuali. I sindacati stanno lavorando a un’assemblea unitaria, per la prossima settimana, con i lavoratori nella quale decidere anche eventuali azioni di protesta.
LE REAZIONI
“Il sindaco chiarisca il piano dei servizi per la città e ci comunichi le risorse disponibili, ma non abbiamo intenzione di subire alcuna decisione unilatera, riguardo ad esempio quella del licenziamento collettivo”: lo affermano in un comunicato unitario i segretari generali Marianna Flauto della Uiltucs Uil, Monica Cajolo della FIlcams Cgil e Mimma Calabrò della Fisascat Cisl. Al termine dell’incontro col sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, hanno dichiarato: “Il sindaco vuole farci sottoscrivere decisioni da lui prese senza confronto. Le posizioni vanno condivise. Una volta chiarito qual è il piano dei servizi per la città, a quel punto vedremo di trovare delle soluzioni che devono tenere conto di due elementi imprescindibili: primo, i lavoratori non devono perdere alcuna retribuzione, secondo non accetteremo alcun utilizzo dei lavoratori in termini di pubblica utilità”. Quindi, sugli incentivi all’esodo, hanno spiegato che potrebbe essere un buon sistema per abbassare i costi. “Ma non accetteremo mai che si facciano discriminazioni all’interno del bacino, tutti i lavoratori della Gesip devono essere garantiti con una retribuzione adeguata. Entro 15 giorni ci rincontreremo e il sindaco ci sottoporrà una lista di lavoratori disponibili all’esodo incentivato, dove il Comune erogherà 15 mila euro, l’Aspi e il Tfr”. Nel corso dell’incontro coi sindacati, il sindaco ha comunicato l’intenzione di azzerare i servizi dati in esterno e di procedere con processi di internalizzazione, mentre in tutti i contratti di servizio ci sarà una clausola aperta per prevedere l’utilizzo di personale di altre partecipate, compresa la Gesip. “Ma fino a quando non ci sarà una norma chiara sulla mobilità tra partecipate – dicono i sindacati – resteremo sempre molto perplessi”.
“Le organizzazioni sindacali della Gesip – dice Salvo Barone dell’Ugl Terziario – sono fermamente convinte che il punto di partenza debba essere obbligatoriamente quello relativo alla situazione dei lavoratori del 30 agosto 2012. I lavoratori della Gesip hanno già dimostrato la loro disponibilità nei confronti del comune di Palermo sacrificandosi con 16 mesi di Cig e di certo non possono essere le vittime sacrificali immolate sull’altare del salvataggio del Comune. Confidiamo nella sensibilità del sindaco affinché tutti i suoi collaboratori possano trovare una soluzione, qualunque essa sia, che ridia la dignità lavorativa ai dipendenti, partendo ad esempio dall’aspetto economico, facendo riferimento a quei fondi comunali che nel 2013 sono stati utilizzati per ricapitalizzate i debiti di altre aziende. A conclusione dell’incontro, tutte le sigle si sono trattenute per discutere di un’unione sindacale che tenga conto delle posizioni espresse dai confederali e dagli autonomi per tracciare un percorso comune. Nella speranza che la definizione si possa raggiungere entro la prossima settimana, le stesse hanno già anticipato che verrà stilato un documento comune (sperando che a firmarlo siano tutte le sigle) che verrà ufficializzato durante un’assemblea con i lavoratori nel corso della prossima settimana, durante la quale verranno calendarizzati gli interventi sindacali da fare, non escludendo anche una manifestazione di piazza”.
“Il sindaco – dice Antonio Mercante di Asia – deve confermare quanto propostoci nel settembre del 2012, ovvero che dopo questo periodo di sacrifici avrebbe trovato una soluzione strutturale per i dipendenti Gesip e non mi aspetto una retromarcia dal sindaco perché sarebbe in contrasto con la storia di Leoluca Orlando”.
“Diciamo al sindaco – Gioacchino Tortorici, Giuseppe Milazzo e Giuseppe Sanseverino – che i 15 mila euro bastano solo per pagare appena un anno del mutuo. Basta con la Cig, abbiamo sofferto troppo e siamo stanchi”.
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11 Ottobre 2013, 11:18