10 Aprile 2020, 18:21
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PALERMO – Il danno erariale c’è stato, ma la colpa non è dei consiglieri comunali. La sezione di appello della Corte dei Conti conferma l’assoluzione dell’ex sindaco di Canicattì Ettore Di Ventura, dell’ex parlamentare regionale Gaetano Cani, degli ex consiglieri Vincenzo Angelo Cuva, Giuseppe De Luca, Francesco Di Natale, Diego Ficarra, Rita Guarneri, Renato Li Calzi, Pietro Lionte, Ivan Paci e Mauro Zanchi e dell’attuale consigliere ed assessore comunale Fabio Di Benedetto.
Anche in secondo grado è passata la linea difensiva degli avvocati Massimiliano Mangano, Giovanni e Giuseppe Immordino, Giovanna Giglia e Massimo Dell’Utri.
Con una delibera del 2013 il Consiglio comunale rimpinguò il vecchio gettone di presenza di 60 mila lire, equivalente a poco meno di 31 euro, a 100 euro. Il danno complessivo contestato era di 342 mila euro. Un danno effettivo solo che, scrivono i giudici, manca il nesso causale con l’operato dei consiglieri perché “non è dipeso dalla condotta degli odierni convenuti, dovendosi riconoscere che i consiglieri subentrati avevano l’obbligo di verificare la effettiva rispondenza del compenso percepito alla disciplina vigente”.
Ed ancora. “Gli Organi incaricati di deliberare in sostituzione del Consiglio comunale, già a partire dal 2004 (a causa dello scioglimento per infiltrazioni mafiose) e gli organi gestionali e di controllo successivi, sebbene nelle condizioni di intervenire doverosamente sulla regolamentazione delle indennità di gettone di presenza, non deliberarono, tuttavia, alcun intervento”. Da qui l’assoluzione decisa dal collegio presieduto da Giuseppe Aloisio
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10 Aprile 2020, 18:21