Gazebo, spunta l’ipotesi “proroga”| La palla passa al consiglio comunale

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23 Marzo 2013, 06:15

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PALERMO – E il Comune, adesso, pensa a una proroga per i gazebo. Mentre infuria la polemica con i ristoratori e i commercianti che in questi giorni stanno ricevendo le lettere con cui piazza Pretoria intima di smontare tutto entro venerdì prossimo, da villa Niscemi è arrivata ieri una piccola fumata bianca.

“Abbiamo incontrato il sindaco per affrontare la questione – spiega il presidente della commissione Attività produttive, Paolo Caracausi (Idv), al termine di un vertice a cui ha partecipato anche il presidente del consiglio comunale Totò Orlando – e, sentito l’assessore Di Marco e i vertici burocratici, si è detto d’accordo con una proroga, così come aveva chiesto la mia commissione, ma solo se non ci saranno problemi ostativi da parte degli uffici e non si intaccheranno le indagini in corso della Procura”.

In realtà, la proroga potrà concederla solo il consiglio comunale che dovrebbe così modificare le norme transitorie del regolamento approvato lo scorso anno, e secondo alcune voci si starebbe già lavorando a trovare i numeri in Aula. Una “competenza” di Sala delle Lapidi che anche il sindaco ha sottolineato: “Il tema della regolamentazione dei gazebo è di stretta competenza del consiglio comunale, che ha gli strumenti di legge per permettere a chi ha operato ed opera nel rispetto della legalità di poter lavorare”. Ma è indubbio che un’iniziativa consiliare targata Idv dovesse avere il beneplacito del primo cittadino, prima di prendere corpo. Il Professore, però, ha messo anche dei paletti ben precisi: “Nessun provvedimento, in ogni caso, potrà permettere la sanatoria di alcun tipo di illegalità né proroghe di concessioni già scadute”.

La proroga, quindi, non riguarderebbe chi non è mai stato in regola, ma solo chi ha ottenuto la concessione e permetterebbe intanto al consiglio comunale di approvare il Put stabilendo, così, quali aree della città verranno pedonalizzate e quali no. I tratti chiusi alle auto, infatti, sono gli unici in cui sono permessi i gazebo. Il rischio è che si costringa un esercente a smontare una struttura costata fiori di quattrini per poi pedonalizzare l’area, causando ricorsi e richieste di risarcimento. Esempio su tutti il gazebo del bar Giada, che diverrà regolare vista l’estensione della pedonalizzazione di via Principe di Belmonte.

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E dire che, fino a qualche settimana fa, piazza Pretoria si era invece detta fermamente contraria a qualsiasi proroga, bocciando proprio la richiesta della commissione. Tant’è che sono anche partite le lettere con cui il Comune ha intimato di smontare, entro una settimana, 54 gazebo che pure avevano avuto la concessione, con qualcuna che addirittura scadrà quest’anno o il prossimo: anche se in regola con la concessione, infatti, è scaduto il tempo che il vecchio consiglio comunale aveva concesso approvando, nel marzo del 2012, il regolamento sul decoro che ha imposto l’eliminazione delle occupazioni di suolo pubblico che ricadono sulla sede stradale. Si va da gazebo di neanche sette metri quadrati a costruzioni di oltre 60.

Altri 17, invece, erano stati multati perché non autorizzati: di questi però alcuni sono già stati smontati, come quello di Tinto in via XX settembre, mentre altri potranno restare al loro posto perché costruiti su strade pedonalizzate. E proprio per questo i commercianti avevano chiesto una proroga almeno fino all’approvazione del Put, il Piano urbano del traffico ancora fermo in commissione, che stabilirà quali strade pedonalizzare: nei tratti chiusi al traffico, infatti, i gazebo sono consentiti. Adesso però toccherà a Sala delle Lapidi modificare le norme transitorie del regolamento, su cui gli uffici dovranno esprimere parere: solo così infatti si potrà impedire una pioggia di multe e sequestri pronta a scattare a partire da fine mese.

“Vi sono operatori commerciali che hanno agito ed agiscono nel pieno rispetto della legalità – ha aggiunto Orlando – e non possono certamente essere penalizzati da atteggiamenti permissivi verso coloro che invece la legalità hanno deliberatamente scelto di non rispettarla”. “Condividiamo pienamente il rispetto della legalità su cui si baserà la scelta del Comune, ci auguriamo che l’Amministrazione venga incontro a chi aveva le autorizzazioni, ma che attualmente si trova in serie difficoltà – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Palermo, Nunzio Reina, che insieme a Fipe si è fatta portavoce delle richieste dei commercianti – il consiglio comunale deve scegliere la soluzione migliore, che incoraggi chi lavora rispettando le norme, ma rischia di pagare le conseguenze di chi invece agisce non considerando le regole. Noi continueremo ad essere al fianco degli esercenti onesti”. Convocata per mercoledì alle 10 un’assemblea degli esercenti alla Camera di commercio di via Amari.

 

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23 Marzo 2013, 06:15

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