Giacomo e la via maledetta |C’è un indagato

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18 Maggio 2017, 05:30

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CALATABIANO. Fiumefreddo di Sicilia è ancora sotto shock per la prematura scomparsa di Giacomo Faraci, deceduto a soli 26 anni, lunedì notte, lungo quel maledetto tratto stradale di Lapide Pasteria a Calatabiano. Stamani negli uffici della Procura di Catania verrà conferito l’incarico al medico legale per compiere l’autopsia sul corpo della giovane vittima. L’esito potrà chiarire definitivamente se la morte sia sopravvenuta subito dopo l’incidente autonomo, quando il 26enne ha perso il controllo della Vespa sulla quale viaggiava, oppure se l’impatto con la Toyota Yaris, sopraggiunta poco dopo lungo la stessa carreggiata, gli sia stato fatale. Un dettaglio non da poco per il 31enne di Piedimonte Etneo che si trovava alla guida di quella vettura, e oggi iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale. Un atto dovuto per consentire all’uomo di nominare un consulente di parte in questa primissima fase d’indagine. L’alcol test ha già escluso la guida in stato di ebbrezza.

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Quest’ultimo grave incidente riporta in primo piano il tema della sicurezza stradale nella piccola frazione di Lapide Pasteria. Quello di lunedì è infatti solo l’ennesimo tragico sinistro che si registra. E’ l’1 dicembre del 2015 quando un operaio di 35 anni, Rosario Furnari, residente a Calatabiano, viene travolto e ucciso da un’automobile. L’uomo stava percorrendo la statale a bordo della propria mountain bike. Non indossava giubbotto o altro materiale catarifrangente e in quella strada, completamente priva di illuminazione, non viene visto dal conducente della vettura. Per il 35enne non c’è scampo. L’anno precedente, nel 2014, invece, la tragedia fortunatamente viene solo sfiorata. Un gruppo di fedeli in pellegrinaggio verso il Santuario della Madonna della Catena di Mongiuffi Melia, viene investito da una vettura. Un 54enne finisce in prognosi riservata con politraumi, una commozione cerebrale e la milza spappolata. Altre quattro persone rimangono ferite. Questi i casi più recenti. Sede stradale stretta e assenza di impianti di pubblica illuminazione, oltre che naturalmente alta velocità e spesso imprudenza, rendono quel tratto estremamente pericoloso. E adesso i residenti invocano interventi di messa in sicurezza che pongano fine alla lunga scia di sangue.

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18 Maggio 2017, 05:30

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