Giardinello, corruzione e favori: divieto di dimora per il sindaco

Giardinello, corruzione: divieto di dimora per il sindaco e altri due

Misura cautelare anche per un ex finanziere e un dipendente pubblico

PALERMO – Da alcune ore Giardinello è “senza sindaco”. Ad Antonio De Luca il giudice per le indagini preliminari ha imposto il divieto di dimora nel Comune in provincia di Palermo. Stessa misura cautelare per un altro dipendente pubblico, mentre per un ex finanziere, già condannato per i suo legami con la mafia, è stato deciso il divieto di dimora nell’intera provincia palermitana.

Le ipotesi di reato

Sono indagati a vario titolo per corruzione, falsità materiale e ideologica commessa da pubblici ufficiali, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Le indagini dei carabinieri di Partinico, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, sono iniziate
nel gennaio 2020 per andare avanti fino allo scorso giugno, mese in cui De Luca è stato rieletto sindaco.

Sarebbe emersa “una gestione della cosa pubblica condizionata da presunte logiche clientelari e lontane dal perseguimento dell’interesse pubblico, permettendo, inoltre, di ricostruire la condotta infedele di un agente di polizia municipale (indagato ma non destinatario delle odierne misure cautelari)”.

Il sindaco e il favore all’ex finanziere

De Luca avrebbe istigato l’agente di polizia municipale a redigere un falso verbale di accertamento per iscrizione anagrafica, in modo che all’ex finanziere (condannato per essere stato una “talpa della mafia” rivelando segreto di ufficio), venisse accettata l’istanza indirizzata all’Ufficio di Sorveglianza del Tribunale di Palermo per la cancellazione di un debito giudiziario di oltre 200.000 euro.

L’ex finanziere avrebbe prodotto una falsa attestazione di trasferimento di residenza e una dichiarazione di formazione di un nuovo nucleo familiare a reddito zero. In questa maniera avrebbe ottenuto la remissione debito. Il gip ha dispoto il sequestro di 200.000 euro.

Un aiutino al dipendente comunale

Le indagini avrebbero fatto anche emergere l’esistenza di un presunto accordo corruttivo tra il sindaco e un dipendente di un Comune limitrofo. Quest’ultimo avrebbe promesso a De Luca l’appoggio politico tramite una sua parente, già consigliera comunale, in cambio della promessa della stipula di una convenzione di 18 mesi con il Comune di appartenenza.

In questa maniera il dipendente avrebbe ottenuto il trasferimento e un contratto a tempo pieno.


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