Pronto il piano di riequilibrio |Entro il 28 il voto in consiglio

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17 Gennaio 2014, 10:15

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GIARRE. Dopo l’approvazione del bilancio di previsione a Giarre il sindaco Roberto Bonaccorsi ha completato la stesura del piano di riequilibrio pluriennale, che entro il prossimo 28 gennaio dovrà essere votato dal consiglio comunale ed essere trasmesso poi alla Corte dei Conti ed all’apposita commissione ministeriale. Un piano che si preannuncia difficile, visto e considerato che solo il disavanzo 2012 oscilla intorno ai cinque milioni di euro. Un debito enorme che Bonaccorsi intende spalmare in dieci anni.

“Abbiamo la necessità di trovare risorse per coprire obbligatoriamente il disavanzo che vale circa 4 milioni e 800mila euro – dichiara il primo cittadino – i debiti fuori bilancio che sono già maturati e che devono essere finanziati, stiamo parlando di circa un milione e mezzo di euro, e le passività potenziali, cioè il contenzioso in itinere, il cui rischio che corre il comune qualora dovesse essere soccombente è di circa 14 milioni di euro. Queste partite valgono complessivamente 22 milioni di euro. Ripartirli in dieci anni – prosegue Roberto Bonaccorsi – significa trovare risorse e togliere dalla mia attività gestionale due milioni e 200mila euro per un’attività che non mi compete ma che deriva dalle precedenti gestioni. E’ una responsabilità pesante ma chi amministra non se ne può esimere”.

L’opposizione, che nei prossimi giorni spiegherà alla redazione di LiveSiciliaCatania le motivazioni, spinge per il dissesto, considerata l’unica via d’uscita per la città. Una soluzione che non piace però al primo cittadino. “Per chi come me si è occupato sempre di finanze degli enti locali – dice il sindaco Bonaccorsi – quella del dissesto è un’ipotesi che mette sempre sul campo, poi entra in gioco la politica che è una cosa diversa. Non ho nessuna remora per il dissesto, anzi ne avrei tutte le convenienze. Il dissesto però pone dei problemi. Andate a vedere qual è la credibilità degli enti che lo hanno subito. Vedi Caltagirone, Bagheria, Termini Imerese, Milazzo, Aci Sant’Antonio. I comuni che passano attraverso il dissesto, che io considero un dissesto non solo economico ma anche morale ed etico – spiega il primo cittadino – subiscono conseguenze che vanno aldilà degli aspetti puramente economici. Significa avere poca credibilità sul mercato e avere poco merito creditizio. Si innesca un meccanismo di valutazione della tua capacità di adempiere ai tuoi obblighi che non è più quella ordinaria”.

E a chi prospetta un decennio di lacrime e sangue Roberto Bonaccorsi risponde: “Con il dissesto non cambierebbe nulla. Col piano sto prevedendo una modulazione della aliquote che mi permetterà, come dice la Corte dei Conti nell’istruttoria del piano che ha redatto nel mese di dicembre dell’anno scorso, dopo i primi anni di liberare più risorse negli anni successivi. Già dal 2016 avremo la possibilità di alleviare anche la pressione fiscale. E’ chiaro che l’eventuale abbattimento della Tarsu e del servizio idrico dipenderà dalla nostra capacità di far costare meno il servizio. Se saremo virtuosi qualcosa si potrà ottenere. E’ questo – prosegue il sindaco di Giarre – il progetto di piano che ho esposto alla maggioranza, perché deve essere una responsabilità collettiva. Ho vissuto qualche settimana fa l’esperienza del bilancio dove a fronte di emendamenti davvero esigui, che avevano più valore simbolico che reale, sono stato tirato per la giacchetta da tutte le parti. Quindi immagino quello che può succedere nella predisposizione di un bilancio tra qualche mese, quando non hai possibilità di muoverti. Ci deve essere una condivisione collettiva del progetto, in cui tutti ci facciamo carico dell’obiettivo comune che è quello di evitare il dissesto. Se dovesse essere un progetto condiviso bene, altrimenti sono pronto ad andare al dissesto. Non mi piace come idea ma resta un’ipotesi da valutare”.

E sul piano degli investimenti, il primo cittadino giarrese si dice certo di avere buoni margini di manovra. “Non starei qui se non pensassi di avere la possibilità di fare qualche investimento, di riparare le strade, di rendere pulita la città, di renderla efficiente. Sto predisponendo un piano di risanamento che, rispetto a quello che era stato predisposto prima, raggiunge l’equilibrio di parte corrente come nel bilancio di previsione che abbiamo approvato. Dopo tanti anni, ed era una delle criticità che ci evidenziava la Corte dei Conti, proprio per quella riduzione delle spese che abbiamo fatto, abbiamo raggiunto l’equilibrio di parte corrente, cioè non sono state necessarie entrate di natura straordinaria. Tutto quello che otterremo in più – conclude Bonaccorsi – in termini di risorse e capitali, con investimenti o con la dismissione del patrimonio, sarà speso in città. Dobbiamo fare, per esempio, un piano straordinario per le strade”.

 

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17 Gennaio 2014, 10:15

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