26 Maggio 2022, 03:46
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PALERMO – “Ma come fan presto, amore ad appassire le rose. Così per noi”. L’amore perduto tra Dino Giarrusso e il Movimento Cinquestelle è destinato a stravolgere il quadro politico quantomeno a livello regionale.
L’addio dell’eurodeputato mescola le carte in tavola e rischia di dare del filo da torcere, in termini di consensi, ai pentastellati. Ma andiamo con ordine. Il terremoto pentastellato con epicentro gli studi televisivi di La 7 arriva quasi inaspettato nella mattinata di ieri: Giarrusso dice addio a Conte e company e annuncia di volere creare un nuovo partito politico. Cosi a Live Sicilia l’eurodeputato motiva la scelta. “Ho deciso di abbandonare il Movimento perché è il Movimento che ha deciso di abbandonare i propri valori e la propria storia: se stesso. Io sono rimasto nel Movimento, se parliamo di valori in cui credo, qualcun altro crede che l’importante sia il marchio del Movimento. Io credo che l’importante è quello che c’è dentro e quello che ha fatto il Movimento nell’ultimo periodo non sia da Movimento. Credo di essere, paradossalmente, rimasto nel Movimento quando il Movimento, inteso come marchio, è andato altrove”, spiega. Nel frattempo i commenti degli ex colleghi proliferano nella chat e off record. Nessun siciliano, per intenderci, si strappa i capelli, anzi.
Qualche ora più tardi arriva anche un commento durissimo dell’avvocato del popolo, da settimane bersaglio prediletto di Giarrusso che non risparmia critiche al sostegno al governo Draghi. “Giarrusso l’ho incontrato tante volte, ci ho parlato tante volte al telefono. L’ho incontrato sei sette volte nel mio studio privato, anche di domenica. Mi ha sempre parlato e chiesto poltrone, posizioni, vicepresidente, delegati territoriali e via discorrendo. Non ho mai avvertito che ci fosse un dissenso politico, vengo a sapere oggi per la prima volta che la ragione del dissenso sarebbe il fatto che non è favorevole al sostegno al governo Draghi” sentenzia Conte. E aggiunge. “Giarrusso oggi ha l’occasione di essere coerente. Richiamo alle sue parole e a una sua convinta motivazione: chi lascia il M5S, ha detto in passato, deve lasciare anche l’incarico ottenuto tramite il M5S. Lui è europarlamentare e per il Movimento questa posizione è strategica sia conseguente, lasci anche quell’incarico”, ruggisce “Giuseppi”. E, in effetti, l’incarico da europarlamentare è un nervo scoperto. Giarrusso è stato sempre un fervente (e ortodosso) sostenitore del vincolo di mandato lanciando strali, a destra e manca, quando qualche ex collega “cambiava bandiera”.
E adesso? Lascerà lo scranno di Bruxelles (è la domanda da cento milioni di dollari che vola di bocca in bocca nelle stanze palermitane)? Giarrusso, ai microfoni di Live Sicilia, risponde così a Conte. “E’ singolare che si chieda di rispettare il regolamento soltanto a me quando cinque nostri onorevoli fanno campagna elettorale per il candidato un’altra lista (cosa che da statuto scritto da Conte prevede l’espulsione) non succede niente, l’ho segnalato e non ho avuto nessuna riposta e Conte non ha detto una parola. Quando non si fa votare la base, come previsto dalla carta dei valori, e si straccia la democrazia diretta va tutto bene, quando altri parlamentari nazionali ed europei hanno lasciato il Movimento nessuno ha chiesto nulla. Con me è diverso forse perché forse sono strano o particolare”, attacca. “Sono talmente particolare che alcuni autori televisivi, presentatori e direttori mi dicono che è stato richiesto da nostri dipendenti pagati con soldi pubblici di non invitarmi più in televisione, non adesso ma quando facevo ancora parte del Movimento, quindi mi sembra che qualcuno che non è democratico c’è ma questo qualcuno non sono io”, continua l’eurodeputato. Ma a tenere banco è soprattutto il futuro dell’ex iena, che alme no per il momento sarebbe più concentrata sulle prossime regionali.
E c’è chi avanza l’ipotesi che Giarrusso sia pronto ad accettare il famoso invito che Cateno De Luca gli fece recapitare in occasione della kermesse catanese di qualche tempo fa. Ma la sollecitazione sarà ancora valida? “I tempi li detto io non li faccio dettare ad altri”, dice (e non dice) Cateno De Luca a Live Sicilia. Chissà, eppure qualcuno avanza la suggestione di una lista di Sicilia Vera alle regionali guidata in Sicilia Orientale e in Sicilia Occidentale dal tandem delle iene La Vardera-Giarrusso. Più complicato, invece, sarebbe un percorso solitario di Giarrusso. A questo punta non resta che la terza ipotesi: concorrere alle primarie del blocco progressista come outsider con una propria lista a sostegno (fatto tecnicamente possibile, ma politicamente difficile dopo le parole al vetriolo spese nei confronti degli ex compagni di partito che difficilmente potrebbero avallare l’operazione). Sul punto, lo stesso Giarrusso è prudente.
“Adesso valuterò il da farsi, incontrerò le persone che mi vogliono bene, in tanti mi hanno scritto che ho fatto benissimo. Le primarie non sono da archiviare, ma è stato scritto un regolamento a dir poco imbarazzante che serve a far fare il terzo mandato a chi ne ha fatti due, come sanno anche i muri, perché questa è gente che non vuole tornare al proprio lavoro”, dice a Live Sicilia. “E’ molto triste leggere certe stupidaggini, ma va bene tutto. Sentirò la mia base e i miei elettori e deciderò cosa fare”, spiega. Un’altra domanda che serpeggia nei palazzi palermitani riguarda chi seguirà l’eurodeputato. Punto di domanda che riguarda soprattutto la pentastellata storicamente più vicina a Giarrusso: la deputata regionale Roberta Schillaci. “E ora che fa la Schillaci?” si chiedono con insistenza i grillini. La risposta ufficiale della deputata, però, smorza in parte l’ironia dei colleghi. “Io sono nel Movimento Cinquestelle da tanti anni, mi dispiace che Dino abbia lasciato perché è una risorsa a perdere siamo tutti perché solo uniti si vince: Dino si era battuto sui territori aggregando tantissimi attivisti e simpatizzanti del Movimento”, dice confermando a Live Sicilia la sua permanenza nel Movimento. E aggiunge: “Io rimango nel Movimento, anzi io sono del Movimento e ho sempre lavorato sul territorio portando avanti le battaglie del Movimento Cinquestelle sono tuttavia addolorata dalla scelta di Dino”. Al “dolore” della deputata fa, però, da contraltare la ritrovata serenità dei vertici siciliani stanchi delle continue baruffe interne, al netto del fatto evidente che la mossa di Giarrusso rischia di erodere parte del consenso del Movimento. Insomma, chi vivrà vedrà.
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