Ginecologi, giorno di protesta: | “Mancano sicurezza e strutture”

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12 Febbraio 2013, 16:07

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PALERMO- Cliniche vuote, sale d’attesa totalmente sgombre, oltre mille interventi previsti per oggi rinviati, attività ambulatoriale interrotta. Fatte salve le urgenze indifferibili. E’ questa la situazione che si é presentata oggi in diverse cliniche di Palermo, in occasione dello sciopero nazionale dei ginecologi e degli operatori dei punti nascita, che hanno scelto proprio il capoluogo siciliano come sede d’eccellenza per la manifestazione. Una mobilitazione organizzata per chiedere la messa in sicurezza dei punti nascita e nuove norme sul contenzioso legale. A poche settimane dal voto, infatti, gli operatori sanitari vogliono sollecitare il mondo politico a prendere atto dei problemi della categoria ed intervenire di conseguenza. “Palermo é l’unica sede nazionale dove si organizza questo sciopero – ha asserito Giuseppe Ettore, segretario regionale Aogoi –. La data non è stata scelta a caso, proprio in questa delicata fase elettorale vogliamo alzare ancora di più l’attenzione dei gruppi polici sul grosso problema che interessa la sanità e sulla forte carenza delle strutture”. E sulle polemiche sollevate a proposito dei numerosi interventi rinviati, Ettore ha sentenziato: “E’ facile fare polemica in questo Paese, in tutte le sale parto della Sicilia é presente al momento un medico di guardia. I parti d’urgenza verranno pertanto assistiti come ogni giorno”.

La manifestazione, indetta da Fesmed, Aogoi, Sigo, Agui, Agite, Sieog e Aio, le principali sigle di categoria, ha preso il via dalla sala principale dell’hotel San Paolo Palace, dove gli operatori sanitari hanno incontrato l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, e hanno chiesto delucidazioni e maggiori garanzie sul loro futuro professionale. “Si tratta di richieste legittime da parte dei professionisti del settore – ha dichiarato l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino –. Il Governo regionale mira a rinsaldare un rapporto sinergico con le istituzioni che dovrà consentire nel futuro di rafforzare sempre più sul piano qualitativo-strutturale il percorso nascite e l’assistenza con particolare riferimento all’area materno-infantile”.

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Ginecologi ed ostetrici, nel corso della conferenza stampa, hanno lamentato la forte carenza delle condizioni di sicurezza delle strutture e hanno chiesto a gran voce il ridimensionamento dei punti nascita, dando seguito a un piano approvato già dal 2010 dall’assessore alla Salute, Massimo Russo, che prevedeva la chiusura di ben venti strutture. Provvedimento che non è mai diventato realtà. “Da oggi cercheremo di dare maggiore impulso a quel percorso che dovrà definire nel dettaglio tutto il processo assistenziale anche in quei luoghi dove é prevista la dismissione di un punto nascita in quanto non sono presenti i requisiti che ne consentono il mantenimento – ha assicurato Lucia Borsellino -. Anche in questi luoghi la donna deve sentirsi assistita fino al parto e non deve subire alcun disagio rispetto a donne più fortunate che si trovano a vivere in contesti dove sono presenti strutture con i requisiti adeguati”.

I medici, inoltre, hanno chiesto nuove norme di legge per mettere un freno al contenzioso medico-legale e alle assicurazioni per il rischio professionale, che hanno ormai costi proibitivi, arrivando anche a sforare polizze da quindici-ventimila mila euro l’anno. “Il contenzioso medico-legale é una piaga di questo Paese, anche perchè dentro questo contenzioso c’é chi fa soldi sulla pelle degli operatori e sulla pelle dei cittadini”, ha concluso il segretario regionale Aogoi, Giuseppe Ettore.

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12 Febbraio 2013, 16:07

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