Gioielleria Uzzo, moglie sventa colpo| Pochi mesi fa una rapina violenta - Live Sicilia

Gioielleria Uzzo, moglie sventa colpo| Pochi mesi fa una rapina violenta

A maggio scorso tre malviventi avevano già assaltato la gioielleria di corso Tukory 216. Avevano picchiato il titolare e svuotato la cassaforte. ieri, il nuovo tentativo di rapina.

PALERMO – L’ultimo pomeriggio da incubo risaliva allo scorso maggio. Quel giorno, intorno alle 17, in tre si finsero clienti e lo bloccaorno. Lo picchiarono, gli infilarono una mano in bocca impedendogli di chiedere aiuto. Lo trascinarono fino alla cassaforte, gliela fecero aprire e la svuotarono. Scapparono via con un maxi bottino, lasciando Luigi Uzzo, anziano titolare di una delle più antiche gioiellerie di corso Tukory, a terra sanguinante.

Si sollevò grazie all’aiuto della moglie, giunta in suo soccorso. E, anche ieri, la moglie si è trasformata nell’angelo custode del gioielliere: un rapinatore solitario ha assaltato di nuovo il negozio al civico 216 impugnando un’arma e, dopo avere sorpreso Uzzo alle spalle, gli ha intimato di consegnare l’incasso.

In mano aveva una pistola giocattolo, ne sono certi gli agenti che hanno ascoltato la testimonianza della vittima, messa in salvo dalla moglie che, arrivata in negozio in quel momento, ha cominciato ad urlare attirando l’attenzione dei vicini e provocando la fuga del malvivente.

Quest’ultimo non aveva il volto coperto e il gioielliere è riuscito a fornire una sommaria descrizione del rapinatore, che stavolta non è passato alle maniere forti per puro caso. Se la moglie non avesse lanciato l’allarme tempestivamente, infatti, una nuova rapina violenta in città avrebbe potuto prendere vita.

L’ennesima, in cui rapinatori senza limiti neutralizzano la propria vittima per passare al setaccio l’attività commerciale. Una dinamica non nuova ad Uzzo, che quel pomeriggio di maggio, sotto choc, era riuscito ad avvisare la polizia. In quel caso, era stato lo stesso titolare della gioielleria a spalancare inconsapevolmente ai malviventi. La porta a vetri all’entrata era infatti chiusa e i tre, fingendosi clienti, avevano bussato.

“Non appena ho girato la chiave per farli entrare – ha raccontato la vittima – uno di loro, il più alto, mi ha bloccato le braccia, mi ha infilato una mano in bocca e mi ha zittito. Non ho potuto neanche urlare per attirare l’attenzione di qualche vicino”. Le indagini per risalire all’autore del nuovo colpo sono in corso da parte della polizia.


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