Giornalisti: “Imprenditori,| investite sull’informazione”

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27 Maggio 2013, 17:01

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CATANIA – “È un momento favorevole per investire nell’informazione a Catania. La città lo merita, soprattutto perché il livello di qualità e pluralismo è cresciuto e c’è grande fermento”. L’intervento di Anthony Distefano, giornalista di Livesicilia Catania, avvenuto a margine del meeting sull’informazione, sintetizza fedelmente la giornata di lavori dedicata ai media catanesi. In un caldo pomeriggio di primavera uno spaccato del mondo dell’informazione catanese ha scelto di confrontarsi apertamente, in un mix altalenante, tra posizioni più tradizionaliste e avanguardisti del web. Nella moderna cornice della Joya Academy si sono susseguiti, in un brainstorming coordinato dal facilitatore del Tavolo Giuseppe Ursino, numerosi interventi stimolanti, che hanno messo in luce posizioni divergenti sulla rinnovata dimensione nella quale è chiamato ad operare il giornalista catanese.

Ha aperto i lavori Francesco Lamiani, professionista di riconosciuta esperienza televisiva e responsabile di BlogSicilia Catania. “Il passaggio al web – ha affermato Lamiani – è stato un po’ come l’invenzione della radio, un momento epocale che ha sconvolto tutti. Va rilevato però che Catania, per quanto possa vantare primati su Palermo sotto tanti aspetti, è partita con forte ritardo nella realizzazione di testate giornalistiche online credibili e all’avanguardia”. A seguire Pierluigi Di Rosa, direttore editoriale di Sudpress, che ha raccontato la sua esperienza in una città con forti carenze di imprenditori disposti ad investire passione e coraggio per nuove sfide editoriali. “Durante questi quattro anni – ha dichiarato Di Rosa – abbiamo ricevuto più querele dagli imprenditori che dai politici. Eppure, li invito ad investire sulla comunicazione e sulle nuove tecnologie e li esorto a sedersi ad un tavolo comune, per trovare insieme nuovi strumenti di collaborazione”.

Dopo due interventi maschili, il facilitatore Giuseppe Ursino ha sollecitato la presenza delle “quote rosa”. È stato, così, il turno di Claudia Campese, direttore responsabile della testata online Ctzen. “Lo spazio per il web è ancora ridotto – ha affermato la Campese – In questi anni, abbiamo ricevuto più offerte di natura pubblicitaria da politici di centrodestra che di centrosinistra, pur essendoci guadagnati la fama di giornale rivoluzionario. La vera sfida è quella di evolversi e trovare finanziamenti non solo attraverso pubblicità e micro pagamenti”. In veloce successione, è stata la volta di Elisa Catanzaro, direttore responsabile della web Tv Catania Pubblica, che ha evidenziato il problema della massimizzazione delle risorse per le piccole redazioni, da praticare attraverso l’abbattimento dei costi ritenuti eccessivi, insieme alla possibilità di trovare un sistema di retribuzione equo e dignitoso per i giornalisti impegnati a svolgere il proprio lavoro. Subito dopo, spazio per un professionista di esperienza come Giacomo Cagnes, che ha spostato l’attenzione sulla figura del giornalista moderno tuttofare.”Mi reputo a favore della pluralità dell’informazione – ha affermato Cagnes – ma a tutto vi è un limite e c’è bisogno di una regolamentazione”.

Ospite dell’incontro anche l’Università di Catania, con una nutrita delegazione di studenti di Scienze della Comunicazione e con la presenza dell’addetto stampa d’Ateneo Mariano Campo, del direttore artistico di Radio Zammù, Ubaldo e Ferrini e del responsabile della comunicazione dell’università, professore Luciano Granozzi. Quest’ultimo, nel suo intervento, ha sottolineato l’apporto fornito dall’Università di Catania nella formazione di nuovi giornalisti (con le duplici esperienze rappresentate da Radio Zammù e dal sito di informazione Step 1) e di abili comunicatori, argomento che ha mostrato visioni non concilianti con quelle del direttore responsabile di Sestarete, Giuseppe Mazzone. Anche l’esperto giornalista catanese, nel suo momento di confronto, ha sottolineato la necessità dell’ingresso di nuovi professionisti nel mondo del giornalismo, supportati da adeguate competenze, e di imprenditori e manager desiderosi di spendersi realmente per il settore dell’informazione.

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Il finale è appannaggio di Marco Benanti, direttore responsabile di Iene Sicule, e Luca Ciliberti, giornalista de’ LaSiciliaweb. “Il problema dell’informazione a Catania – secondo Benanti – ha contorni veri e reali. Nessuno è obbligato ad ascoltare i sermoni di “grandi giornalisti” di Milano, Torino e Roma che ci raccontano la loro bravura a noi che viviamo il dramma dell’informazione a Catania. Un mestiere stancante, che ti logora e che spesso non ti risarcisce per quanto dai”.

La chiusura del meeting è riservata proprio a Luca Ciliberti, che ha posto particolare attenzione alla discutibile professionalità di una certa figura di giornalista contemporaneo. “Ci troviamo spesso – ha spiegato Ciliberti – a leggere articoli e comunicati stampa illeggibili, scritti da soggetti non qualificati e sconosciuti. Bisogna ridare, oggi più che mai, ordine e lustro alla nostra categoria professionale”.

 

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27 Maggio 2013, 17:01

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