26 Novembre 2013, 12:55
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CATANIA – Si è sottoposto per più di un ora al fuoco di fila degli attivisti di CittàInsieme, ma alla fine Giuseppe Girlando, assessore al Bilancio della Giunta Bianco, è uscito illeso. Altri amministratori prima di lui se ne sono andati via con non poche ammaccature (politicamente, è chiaro!). Ieri, invece, sì è puntato ad una sorta di pace non firmata. “Quattro mesi sono pochi per una valutazione complessiva dell’operato di questa Giunta”, ha sentenziato Fabio Viola, moderatore della tavola rotonda.
Ma al centro del dibattito c’era una partita che supera di gran lunga l’agenda di questa amministrazione. Ovvero: il Piano di riequilibrio disegnato dalla giunta precedente. Girlando, ovviamente, l’ha difeso strenuamente: “La sua funzione – ha spiegato – è stata quella di non far fallire il Comune. La sua redazione, inoltre, è avvenuta con celerità e precisione. Certo – ha aggiunto il titolare al Bilancio – come piano è perfettibile, ma non affatto da buttare. Quando ci siamo insediati abbiamo preso la decisione di non modificarlo. Ogni emendamento avrebbe portato dei ritardi. Abbiamo preferito quindi difenderlo nella sua complessità”.
Lo stesso Piano, però, nei propositi di Girlando, non è escluso che possa essere ritoccato, accogliendo alcuni rilievi di maggiore e sostanziale equità sociale: “Una volta arrivati ad un punto di equilibrio circa la sostenibilità del medesimo piano, penseremo a dei correttivi. Attenzione però – ha sottolineato il componente di giunta – io sono soltanto l’assessore al Bilancio. Non compete a me fare le proposte, io devo solo adeguarle alle esigenze finanziarie dell’ente. Ogni impulso dovrà provenire dagli altri miei stimati colleghi”. Mentre pronunciava questo inciso, lo sguardo di Girlando era rivolto a Rosario D’Agata, assessore all’Ambiente, seduto in prima fila accanto al consigliere democratico Nicolò Notarbartolo.
Tra il pubblico c’era anche Matteo Iannitti, leader di CataniaBeneComune e già candidato alla carica di primo cittadino alle scorse amministrative di giugno. Il suo intervento è di stampo prettamente politico, nel senso più ampio del termine: “Se le amministrazioni si devono accontentare di gestire l’esistente, senza l’ambizione di volerlo mutare, faremmo prima a mettere al governo dei cyborg”. Quello di Iannitti è un affondo che punta in prima battuta all’immaginario, per badare poi al dato concreto dell’applicazione del Piano di riequilibrio.
Al netto di ogni lettura, è la questione degli asili nido a suscitare le preoccupazioni di CBC: “C’è la follia che chi prima pagava prima 228 euro con un reddito di 36.500 euro annui, con la proposta dell’assessore Troiano e fatta propria da tutta la gente, ora ne pagherà 150. Questo è un criterio che non stai in piedi. I ricchi pagheranno un po’ di meno e i poveri fino all’800 % in più. Con un po’ di lungimiranza si possono reperire ancora somme guardando ad altri settori della vita cittadina, salvaguardando democrazia, ambiente e solidarietà”.
Sul versante ecologia, è intervenuto invece Danilo Pulvirenti, presidente dell’associazione Rifiuti Zero Sicilia: “Siamo a disposizione per collaborare con l’amministrazione comunale. Vorremmo però sapere se si conoscono i dati effettivi sul ciclo dei rifiuti sul nostro territorio”. Se la disponibilità del pubblico è aperta. La pax firmata ieri è limitata nel tempo. Girlando ha già promesso che fra un anno sarà ospite di CittàInsime per un nuovo confronto. Allora, però, il cumulo dei mesi al governo raggiungerà quota sedici. Un lasso, dunque, che non contemplerà franchigie.
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26 Novembre 2013, 12:55