20 Luglio 2013, 14:02
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PALERMO – Il terremoto politico-giudiziario è scoppiato il 19 giugno scorso. Un mese dopo si fanno i primi bilanci sull’inchiesta che ha travolto il Ciapi. Un’inchiesta uscita rafforzata dal vaglio del Giudice per le indagini preliminari e del Tribunale del Riesame. Tanto che la Procura ha chiesto il giudizio immediato per otto dei 34 indagati, tra persone fisiche e società.
Sono Faustino Giacchetto, uomo chiave del Ciapigate, il presidente del Ciapi, Francesco Riggio, la moglie di Giacchetto, Concetta Argento, la segretaria dell’imprenditore, Stefania Scaduto, l’esponente del Pid, Domenico Di Carlo, gli ex assessori Gianmaria Sparma e Luigi Gentile. Giaccheto e Riggio sono gli unici ancora in carcere. A tutti gli altri – tranne la Argento, subito scarcerata con il solo obbligo di dimora – il Riesame ha concesso gli arresti domiciliari. Una decisione che non ha scalfito il castello accusatorio, visto che la meno afflittiva misura cautelare è arrivata solo per questioni legate alle esigenze cautelari. Il merito dell’indagine resta solido, semmai non si corre più il rischio che gli indagati possano inquinare le prove o reiterare i reati. Rischio ancora forte, ha sostenuto il Riesame che li ha lasciati in carcere, per Giacchetto e Riggio.
Il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Maurizio Agnello, Sergio Demonitis, Pierangelo Padova, Gaetano Paci e Alessandro Picchi hanno chiesto al presidente dell’ufficio Gip, Cesare Vincenti, il giudizio immediato che consente di accelerare i tempi del processo. Questo tipo di rito prevede che si salti l’udienza preliminare. Si va direttamente al processo nel caso in cui le prove siano evidenti e siano state raccolte nel giro di sei mesi. L’obiettivo è processare Giacchetto e Riggio mentre questi sono ancora in custoda cautelare. Custodia che scadrà a sei mesi dall’arresto.
Adesso la decisione spetta al giudice Vincenti. Se arivasse il via libera, il dibattimento potrebbe iniziare subito dopo la pausa estiva. Sono rimasti fuori dalla richiesta di giudizio immediato gli imprenditori Pietro Messina e Massimiliano Sala, Sandro Compagno (capo area amministrativa del Ciapi) e Carmelo Bellissimo (responsabile acquisti dell’Ente di formazione).
Attenzione, il giudizio immediato non vuol dire che il lavoro di pubblici ministeri e finanzieri sia finito.Tutt’altro, dopo le ferie estive saranno diversi i filoni di indagini da sviluppare: dalle presunte tangenti pagate ai politici all’ipotetico giro di escort per ingraziarsi i potenti, all’analisi degli altri progetti della Formazione professionale su cui ancora non si sono sono accessi i riflettori. Non per scelta, ma soltanto perché con il solo progetto Co.Or.Ap da 15 milioni di euro gli investigatori si sono ritrovati di fronte una montagna di carte e fatture, false o gonfiate. Senza contare i filoni aperti grazie alle ammissioni di alcuni indagati. Sparma e Messina su tutti.
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20 Luglio 2013, 14:02