19 Novembre 2017, 19:29
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PALERMO – Per gli enti locali i lettori di Livesicilia vedono bene Alessandro Aricò assessore. Il deputato di Diventerà Bellissima, ex finiano, ha battuto sul filo di lana Salvino Barbagallo. Per l’assessorato Famiglia e Lavoro la più votata è Giusi Savarino, anche lei di Diventerà Bellissima. Si aggiungono nella vostra giunta ideale a Vincenzo Figuccia (Formazione), Mariella Ippolito (Salute) e Riccardo Savona (Agricoltura).
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Da quei due assessorati sono passati la bellezza di tredici assessori, tra titolari e interim. A dimostrazione di quanto “rognose” siano le materie gestite da questi rami dell’amministrazione regionale. Dopo avere espresso già le prime preferenze per alcune delle poltrone del prossimo governo Musumeci, ai lettori di Live Sicilia chiediamo di indicare stavolta due nomi, due assessori ideali: per l’assessorato della Funzione pubblica e autonomie locali e per quello della Famiglia, lavoro e politiche sociali.
Assessorati che non gestiscono, solitamente, grosse somme di denaro. Ma che hanno un legame strettissimo con le persone che a diverso titolo ruotano attorno alla Regione. E così, chi andrà a ricoprire il ruolo di assessore alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali, oltre a guidare il personale della Regione, dovrà affrontare il tema delicato e complesso dei precari, oltre ventimila, negli enti locali. Un problema affrontato da tutti e mai risolto nella scorsa legislatura. Dove si sono avvicendati sette assessori, compreso l’interim di Crocetta. In principio fu Patrizia Valenti, che rimase quasi due anni alla guida dell’assessorato, per poi ricevere anche la nomina a vicepresidente della Regione. Rimarrà in carica invece 64 giorni, ferie natalizie comprese, l’alto burocrate di Palazzo Chigi Macella Castronovo, che andrà poi via per motivazioni di natura personale. Saranno motivi legati alla viabilità, invece, a sconsigliare a Ettore Leotta, entrato nel governo all’inizio del 2014, di proseguire la sua avventura in giunta oltre i cinque mesi: il crollo del pilone sulla A19 rendeva troppo complesso, per il giudice amministrativo in pensione, la spola tra Catania e Palermo. Eppure, al suo posto arriverà ugualmente un catanese, quel Giovanni Pistorio che fu braccio destro di Raffaele Lombardo e assessore alla Sanità con Totò Cuffaro e che era, dell’assessore Leotta, il segretario particolare. Un arrivo che creò qualche tensione in giunta per il sospetto di un “ritorno al passato”. Ma l’avventura di Pistorio in quell’assessorato durerà persino meno di quello di Leotta: appena quattro mesi, poi il trasloco alle Infrastrutture, per lasciare il posto a Luisa Lantieri, giunta al governo in quota “Sicilia democratica”, gruppo assai eterogeneo che si era formato a sostegno di Crocetta. Sarà lei, ex cuffariana di ferro, a chiudere la legislatura: per lei anche un posto in lista nel Pd alle ultime regionali. E il successo grazie al quale tornerà tra gli scranni di Sala d’Ercole.
Non è stato meno trafficato l’assessorato alla Famiglia, al lavoro e alle politiche sociali. E condito da diverse polemiche. Fin dall’inizio, quando al primo assessore di Crocetta, la centrista Ester Bonafede fu fatto notare il potenziale conflitto di interesse col ruolo di Soprintendente della Fondazione orchestra sinfonica siciliana. Al primo rimpasto, ecco arrivare Giuseppe Bruno, un renziano del Pd. Anzi un “faraoniano”, vista l’amicizia e i rapporti politici di lunga data col sottosegretario alla Salute Davide Faraone. Bruno, suo malgrado, finirà dentro il ciclone “click day” ed entrerà in conflitto con la dirigente generale del lavoro Anna Rosa Corsello. Ma i problemi non finiranno lì. Altissimi i livelli di tensione, ad esempio, quando al posto di un Bruno ne arriverà un altro: Bruno di nome, stavolta, e Caruso di cognome, anche lui in quota Pd, ma in rappresentanza di un’area più legata di Ds. Non mancarono come detto i problemi: Caruso ad esempio fu aggredito da un lavoratore nei pressi dell’assessorato. Dopo un anno lascerà il posto in giunta ai politici: a fine 2015 arriva l’allora segretario regionale dell’Udc, Gianluca Micciché. Verrà però travolto dallo scandalo “disabili”, sollevato dalla trasmissione “Le Iene” e che occuperà le cronache per molte settimane, con tanto di discese in campo di attori e vip. Così, nel febbraio di quest’anno, arriva la psichiatra Carmencita Mangano: otto mesi dopo il suo insediamento ha provato, tra le fila di Alternativa popolare l’ingresso all’Ars: tentativo fallito sia per il flop complessivo della lista, sia per quello personale. L’ex assessore ha ottenuto poco meno di 1.300 voti. A chi verrà, toccherà affrontare alcuni temi delicate come la gestione dei cosiddetti “Ex Pip” e la vertenza che vede coinvolti circa 1.800 lavoratori dei cosiddetti “ex sportelli multifunzionali”.
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19 Novembre 2017, 19:29