Giunta Schifani, tre assessori catanesi: Luca Sammartino è il vicepresidente - Live Sicilia

Giunta Schifani, tre assessori catanesi: Luca Sammartino è il vicepresidente

Le tre storie.

CATANIA. È di tre il numero degli assessori eletti nel collegio di Catania presenti nella squadra di Renato Schifani. Andrea Barbaro Messina (Democrazia cristiana), Marco Falcone (Forza Italia) e Luca Sammartino (Prima l’Italia – Lega). Quest’ultimo è stato individuato quale vice del neo presidente della Regione siciliana, in un tandem che sa allo stesso tempo di patto generazionale e di ponte tra oriente e occidente dell’Isola. (L’altro “catanese” tra le poltrone che contano è il meloniano Gaetano Galvagno, eletto la scorsa settimana presidente dell’Ars). 

Insomma, la complicata partita per definire la regia della macchina regionale si è risolta con il contagocce. Non soltanto per dar rappresentanza alle principali forze del centrodestra, ma anche per bilanciare il peso dei territori a Palazzo d’Orleans.

Nonostante il neo presidente sia una palermitano doc, dopo anni di centralità, Catania non resterà tuttavia a bocca asciutta. O meglio: non resterà sguarnito quel Palazzo della Regione che nell’ultimo decennio si è palesato quale seconda torre del governo dell’Isola, facendo concorrenza logistica al Palazzo d’Orleans. Un posto che a Nello Musumeci e, prima ancora, a Raffaele Lombardo piaceva parecchio. E per evidenti motivi di vicinato. Persino il gelese Rosario Crocetta era di casa in quel di piazza San Domenico.

Il Palazzo della Regione potrebbe divenire presidio dei tre assessori. Marco Falcone conosce a menadito quelle stanze, avendole frequentate negli ultimi cinque anni in quanto titolare della delega alle Infrastrutture. Renato Schifani, però, lo ha chiamato a dirigere l’assessorato all’Economia: imponendogli l’onere e l’onore di aprire e chiudere i cordoni della borsa regionale.

Luca Sammartino, al netto della giovane età, è al terzo mandato parlamentare. Un’esperienza maturata a partire dall’Udc, passando dall’area Renzi, fino al Carroccio. Adottando sempre una postura moderata, territorialista e deideologizzata. Professione dentista, è considerato recordman di preferenze. Nel 2017, aveva raccolto infatti oltre trentamila preferenze in provincia di Catania. Un exploit in parte amaro, tant’è che è attualmente imputato in due procedimenti per presunti reati elettorali. Nell’ultimo anno ha lavorato e ottenuto che Nello Musumeci non fosse il candidato presidente del centrodestra. Schifani lo ha chiamato a dirigere un assessorato strategico, quello all’Agricoltura.

Andrea Barbaro Messina gestirà, invece, il comparto delle Autonomie locali e della funzione pubblica. “Il ministro degli Interni della Regione siciliana”. Colui cioè che dovrà presidiare gli enti periferici. Per lui si tratta della prima esperienza anche all’Ars. Cinque anni fa era stato candidato, ma senza riuscire a staccare il ticket per Palermo, in Sicilia Futura.

Una storia politica tutta sul territorio. Messina è stato infatti per ben due volte sindaco di San Giovanni la Punta (eletto con percentuali bulgare), guidando due amministrazioni bipartisan. E gestendo la difficile fase di risanamento comunale dopo lo scioglimento per mafia. Una volta smessa la fascia tricolore, nel 2015, il successore Nino Bellia lo ha voluto al fianco quale consulente. Una nomina che ha portato i Cinquestelle sulle barricate.  


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