Palagonia, l'uccisione di Buscemi: arrestato il nipote VIDEO - Live Sicilia

Palagonia, l’uccisione di Buscemi: arrestato il nipote VIDEO

La Procura contesta al giovane adesso l'omicidio volontario e premeditato: la pistola sarebbe stata nella sua disponibilità

PALAGONIA. Vincenzo Buscemi, il ventiquattrenne di Palagonia agli arresti domiciliari per l’omicidio dello zio paterno Giuseppe, avvenuto in una villetta di contrada Vanghella il 20 ottobre scorso, è stato arrestato e portato in carcere. Il provvedimento è stato disposto per l’aggravamento dell’accusa a suo carico: adesso il giovane è accusato di omicidio premeditato.

Ad arrestarlo sono stati i carabinieri della Compagnia di Palagonia, diretti al capitano Stefano Russo, che conducono le indagini, coordinate dalla Procura di Catania, e che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip.

Il 20 ottobre il nipote avrebbe sparato due colpi di pistola verso lo zio, uccidendolo, al culmine di una lite. Durante l’interrogatorio l’indagato aveva sostenuto la tesi della legittima difesa, affermando di essersi avventato contro lo zio nel tentativo di disarmarlo e che, durante tale fase di concitazione, erano partiti i colpi dall’arma: il gip aveva così applicato nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari. L’uomo aveva sostenuto di aver difeso la moglie e il figlioletto dalla furia dello zio che aveva impugnato la pistola.

Ma recenti indagini inducono adesso i militari, con il coordinamento della Procura, a sostenere che la pistola, rubata, che è stata usata per uccidere Giuseppe Buscemi, sarebbe stata già a disposizione del presunto assassino. Questo aprirebbe a una ricostruzione della dinamica dei fatti diversa rispetto a quella emersa e da qui il convincimento degli inquirenti, secondo cui il possesso della pistola da parte del giovane farebbe propendere per la tesi della premeditazione del delitto; e la richiesta dell’aggravamento della custodia cautelare, tesi accolta, in questa fase, dal gip. Va evidenziato che si tratta di una fase investigativa in cui il giovane non ha ancora potuto rispondere ai nuovi elementi dell’accusa.


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