Giuseppe Sortino lotta tra la vita e la morte

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02 Ottobre 2013, 19:03

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CATANIA – È sigillata, è solitaria, è triste. La sala d’attesa del reparto di rianimazione dell’Ospedale Garibaldi riassume perfettamente la tragedia che si è consumata ieri in via Svevi a Caltagirone.

Sigillata. Come lo è la bocca della figlia di Gaetano Sortino, unica testimone illesa, insieme al figlio di 10 anni, di un dramma che le ha strappato via in pochi minuti l’intera famiglia.

Solitaria. Nessuno presente nella viuzza antistante l’ingresso del reparto. Nessuno siede sui sedili della sala d’attesa. Da ieri, infatti, secondo fonti verificate, nessuno avrebbe fatto visita a Giuseppe Sortino, nessuno si sarebbe recato in ospedale per stare accanto all’unico superstite di una tragedia che ha sconvolto l’intera cittadina di Caltagirone.

Triste. “Chi rimane di questa povera famiglia, da ieri, avrà parecchi pensieri ed un immane dolore da colmare, per starsene qui in ospedale con le mani in mano in attesa che le condizioni di Giuseppe cambino” mormora qualcuno per le corsie del reparto.

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“Ti devo sparare”. Queste le ultime parole sentite da Giuseppe ieri sera, in gravi condizioni, ma vivo scampato alla tragedia che per mano del padre Gaetano ha distrutto la sua famiglia. Quella frase, il tentativo vano di pararsi con il braccio, lo sparo, il dolore, il sangue, la perdita dei sensi.

Dall’ospedale di Caltagirone Giuseppe Sortino, 44 anni, è stato trasportato d’urgenza al Garibaldi dove adesso è in stato di neuroprotezione.  “L’uomo è stato colpito da un munizionamento multiplo, quindi, stiamo tenendo sotto controllo i pallini che sono sia sul capo che su altre parti del corpo” spiega il primario del reparto di rianimazione Sergio Pintaudi. Il fucile del capofamiglia, 67enne, amante della caccia era detenuto legalmente.

La dinamica. Giuseppe avrebbe visto che stranamente alle 19.30 circa di ieri, la saracinesca del panificio in via Svevi era abbassata decidendo di entrare in casa, attigua al locale, per chiedere spiegazioni. Una volta entrato però gli sarebbe andato incontro il padre, il quale gli avrebbe detto di far scendere il nipote dal piano superiore in cui vive con la madre, figlia di Sortino: “Fai venire il bambino perché gli voglio dare un bacio”. Ma quello che poteva sembrare il tenero gesto di un nonno affettuoso, si è presto rivelato un macabro bacio di addio prima della tragedia.

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02 Ottobre 2013, 19:03

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