Giustizia, Bongiorno: "Riforma Cartabia inefficace, si osi di più" - Live Sicilia

Giustizia, Bongiorno: “Riforma Cartabia inefficace, si osi di più”

"Siamo tutti d'accordo che la riforma del Csm deve impedire le degenerazioni del correntismo", interviene l'ex ministra siciliana.
POLITICA
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MILANO – “Non voteremo a favore per portare a casa una bandierina purchessia. Noi vogliamo una riforma che sia incisiva per davvero”. Lo afferma Giulia Bongiorno, avvocato e senatrice della Lega, in un’intervista a La Stampa parlando della riforma del Csm.

“Non facciamo saltare nulla. Siamo tutti d’accordo che la riforma del Csm deve impedire le degenerazioni del correntismo: ma l’attuale formulazione e’ efficace? Io dico di no. E’ interesse del ministro Cartabia renderlo incisivo – prosegue -. Vorrei evitare l’ennesima riforma che non raggiunge gli obiettivi. Le correnti si sono gia’ acconciate: mi danno per certo che avremo 7 eletti di Area e 7 di Magistratura indipendente, piu’ qualche resto per gli altri. Solo il sorteggio spezza il legame tra corrente e eletto. La Lega sta proponendo da tempo miglioramenti. Un breve rinvio di quelle elezioni potrebbe essere il male minore. Forse pochi hanno compreso che la riforma del Csm e’ la madre di tutte le riforme”. Al ministro della Giustizia Marta Cartabia la senatrice dice “osi di piu’. Anche se capisco che abbia scoperto quanto e’ difficile riformare la giustizia in Italia“.

Il 12 giugno in Italia si vota per le elezioni amministrative e per i referendum sulla giustizia. “E’ grave che quando si chiede alle persone che cosa succedera’ il 12 giugno, a malapena qualcuno sa che c’e’ il voto per il Comune. Del referendum non lo sa nessuno – spiega -. Eppure il funzionamento della giustizia e’ un tema che dovrebbe appassionare tutti, ma davvero tutti. Mi fa paura che la gente non sappia”. Il tema del fine vita secondo Bongiorno “e’ materia e’ delicata e anche io, che cerco di essere una credente, mi avvicino rispettosamente alla materia. Dico solo che si’, il Parlamento deve legiferare – conclude – . Mi appello all’orgoglio dei parlamentari. E’ inammissibile farsi bacchettare dalla Corte costituzionale”.

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