Giustizia lumaca a Palermo: | 800 giorni per un processo civile - Live Sicilia

Giustizia lumaca a Palermo: | 800 giorni per un processo civile

L'eccessiva durata dei processi continua ad essere il problema principale della giustizia nel capoluogo siciliano che "perde" il confronto con altre città italiane.

LE STATISTICHE
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PALERMO – Il Tribunale di Palermo si piazza a metà classifica. Con una “performance sotto la media” che gli costa la bocciatura, però. Lontano dai numeri positivi del Centro-Nord e di Marsala (vanto dell’efficienza sicula), ma anche dal disastro di alcuni uffici giudiziari del Bel Paese.

Il ministero della Giustizia pubblica sul sito lo studio sulla produttività dei Tribunali civili italiani. Una statistica zeppa di numeri da cui estrapoliamo il dato che, forse, sta più a cuore al cittadino. E cioè la durata dei processi. A Palermo ci vogliono 800 giorni per arrivare ad una sentenza. Rovereto è il Tribunale più efficiente d’Italia: 327 giorni con il 2.9 per cento di processi iniziati più di tre anni fa. A Palermo i procedimenti ultratriennali sono il 16,4 per cento del totale. Rovereto, però, per numero di abitanti e litigiosità non è certo Palermo. Per scattare una fotografia più realistica servono altri riferimenti.

Il capoluogo siciliano esce “sconfitto”, però, anche nel confronto con altre grandi città come Genova (516 giorni, 12,9%) e Milano (545 giorni, 14,7%). Per risollevarsi il morale gli ottimisti possono guardare i 2.036 giorni che servono per un processo istruito a Lamezia Terme, dove il 67% di procedimenti è ultratriennale.

Questi i dati del ministero che possono essere incrociati con quelli resi noti durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario del gennaio scorso. In questo caso, però, i numeri sono aggregati e riguardano l’intero distretto di Corte d’appello di cui fanno parte, oltre a Palermo, Trapani, Marsala Termini Imerese, Sciacca e Agrigento.

La durata media dei processi civili è diminuita da 818 giorni a 784 nei Tribunali; da 1.667 a 1.549 in Corte di Appello; è aumentata da 362 giorni a 422 negli uffici del Giudice di Pace; è diminuita per le cause di lavoro e previdenza, rispettivamente, da 847 giorni a 700, e da 758 a 460 in primo grado e da 781 e 437 a 609 e 411 giorni in secondo grado; è diminuita anche per le cause di separazione giudiziale e divorzio, rispettivamente da 547 e 492 giorni a 413 e 455 in primo grado; per il grado di appello è cresciuta da 202 a 264 giorni per le separazioni e da giorni 208 a 220 per i divorzi.

Numeri che avevano fatto dichiarare al presidente reggente della Corte d’appello, Ivan Marino, che “l’eccessiva durata dei processi civili continua a rimanere lo zoccolo duro del sistema giustizia, particolarmente per i giudizi di secondo grado”. C’è un dato positivo, però: al 30 giugno 2014 il numero dei processi civili pendenti è diminuito da 151.428 (al 30 giugno 2013) a 131.693. Solo che nel frattempo i magistrati hanno dovuto affrontare 137 mila nuovi processi. Anche perché servirebbero circa settanta magistrati in più per coprire la pianta organica.


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