25 Febbraio 2011, 18:22
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“Giustizia nelle strade contro gli assassini alla guida”. Una frase che da lunedì 28 febbraio, per un mese, invaderà le strade di Palermo. Un urlo pieno di dolore per tutte le vittime degli incidenti stradali che non ricevono la legittima giustizia. Davide Scarfeo è morto all’alba del nuovo anno. Ha festeggiato, durante il suo lavoro in un locale, con i suoi amici, brindato e sicuramente avrà espresso il desiderio per il 2011. Un desiderio andato in frantumi in un incidente stradale sul raccordo autostradale di Trapani che ha lasciato la famiglia, gli amici e il suo grande amore, in un dolore grande, troppo grande.
Due mesi dopo la morte del “gigante buono”, com’era chiamato Davide da tutti, la famiglia Scarfeo ha creato un’associazione contro la giustizia italiana. “Il nostro non vuole essere un ricordo per mio fratello Davide – ha subito precisato Michele Scarfeo – ma una propaganda contro la giustizia che di giustizia ha solo il nome. Io e la mia famiglia abbiamo deciso di creare quest’associazione perché chiediamo e vogliamo giustizia. Da lunedì saranno affissi per la città cartelloni negli autobus e nei pali dei segnali stradali contro gli assassini che uccidono persone innocenti e distruggono famiglie intere”. Un’idea nata e cresciuta all’interno della famiglia Scarfeo. La madre Marina è il presidente dell’associazione, Michele il vice presidente e la sorella Giuliana consigliere. Una famiglia molto conosciuta a Palermo che ha subito ricevuto tanto sostegno non solo dagli amici, ma anche da tanti sconosciuti che hanno vissuto la stessa tragedia.
“Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere 50 mila persone per chiedere un referendum. Qualcosa non funziona. Uccidi una persona e, tra patteggiamento e altro, non ti fai nemmeno un giorno di galera. E magari alla guida eri pure drogato e ubriaco. Bisogna cambiare la legge. E farlo subito. Sono convinto che riusciremo nel nostro obiettivo. Chiunque vuole giustizia per i propri cari”. Una campagna pubblicitaria forte. Il suo scopo? “Vogliamo arrivare proprio a tutti. Voglio avere un colloquio con il presidente del Consiglio”. Michele Scarfeo ha le idee chiare: “Nessuna assicurazione potrà mai portarmi indietro mio fratello. Ma se qualcuno ha sbagliato, deve pagare”.
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25 Febbraio 2011, 18:22