10 Maggio 2010, 09:49
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In una nota ufficiale diramata stamani, il moderno e innovativo governo di Palazzo d’Orleans, allo scopo di evitare strumentalizzazioni derivanti da sciacallaggi messi in atto da vili che operano nell’ombra, ha comunicato lo stato degli incontri tra il sottosegretario Gianfranco Miccichè e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Lunedì 3 maggio, alle ore 10.25, il moderno e innovativo Sottosegretario ha incrociato il premier sulle scale di palazzo Grazioli. Una robusta stretta di mano ha sigillato l’incontro, ma proprio mentre Berlusconi stava per comunicare a Miccichè le decisioni in merito alla situazione siciliana, una telefonata di Gianni Letta ha interrotto la conversazione rinviandola all’indomani.
Martedì 4 maggio. L’innovativo e coraggioso sottosegretario ha riunito il comitato del Cipe. Erano presenti Gianfranco Miccichè e Pippo Fallica. All’incontro avrebbe dovuto partecipare anche il premier. Alle 10,25 Berlusconi ha però fatto sapere che, giusto giusto, quel giorno il guardasigilli Angelino Alfano gli avrebbe letto il nuovo testo del ddl sulle intercettazioni, lettura che gli avrebbe preso gran parte della giornata.
Mercoledì 5 maggio. In risposta alle calunniose voci di ulteriori rinvii, Palazzo d’Orleans è in grado di documentare che il moderno e innovativo Gianfranco Miccichè ha incontrato Berlusconi. I due si sono visti al bar Doney di Roma: il sottosegretario, in maglione blu e barba incolta, per smorzare la tensione ha subito scherzato col presidente comunicandogli che in quel bar, giusto giusto, si erano incontrati i fratelli Graviano e un paio di pentiti che ora accusano Dell’Utri. Il premier, alla notizia, ha avuto un mancamento e l’incontro risolutore, putroppo, è saltato.
Giovedì 6 maggio. Miccichè ha comunicato a Berlusconi che quella del giorno prima era stata soltanto una battuta moderna e innovativa. Il premier ha ringraziato il sottosegretario invitandolo a pranzo ad Arcore. Il moderno Buddha di Sant’Ambrogio, che ha portato in dono al premier il Leone del Festival di Venezia, ha varcato la soglia della villa presidenziale, trovando però ad attenderlo i ballerini del Katlakò ancora impegnati nei festeggiamenti del 60° anniversario dell’Assemblea regionale siciliana. Accortosi dell’ingombrante presenza, Miccichè ha avuto un mancamento e l’incontro è saltato.
Venerdì 7 maggio. Berlusconi ha comunicato a Miccichè che i ballerini del giorno prima altri non erano che Giuseppe Castiglione, Pino Firrarello e la banda musicale di Bronte e che di scherzo moderno e innovativo si era trattato. Il sottosegretario ha ringraziato il premier e lo ha invitato nell’eremo di Sant’Ambrogio per una colazione di lavoro. Atterrato col suo jet presidenziale nel giardino della villa di Nino Bevilacqua, il premier ne ha profittato per fare il punto dei lavori sull’inaugurazione della Palermo-Messina. Saputo che l’autostrada era stata inaugurata già da sette anni, Berlusconi ha chiesto lumi a Miccichè che ha parlato di un complotto ordito da sciacalli, pupi e ascari, dando mandato ai suoi legali di chiedere un congruo risarcimento danni. Il moderno e innovativo presidente della Regione Raffaele Lombardo si è costituito parte civile. Appreso che l’autostrada, realizzata su progetto di Bevilacqua, era stata inaugurata dagli stessi Berlusconi e Miccichè, i due presi da un’irrefrenabile e isterica crisi di riso, hanno convenuto di rinviare l’incontro sulla situazione siciliana.
Sabato 8 maggio. Il guardasigilli Angelino Alfano ha fatto sapere che il premier avrebbe preso in mano la situazione siciliana. Il moderno e innovativo sottosegretario ha chiesto lumi al premier che ha smentito: “Io in mano non prendo niente, si tratta di un’operazione di sciacallaggio, chiunque osi dire una cosa del genere lo trascinerò in Tribunale”. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha espresso compiacimento. Miccichè ha diramato dal suo blog un post dal titolo: “Nè in mano, nè altrove”. Berlusconi, esausto, ha deciso di prendersi un giorno di pausa.
Domenica 9 maggio. Il presidente del Consiglio è stato a pranzo col presidente del Palermo Maurizio Zamparini. All’incontro era presente anche Miccichè. Il premier ha finalmente comunicato la sua decisione in merito alla situazione siciliana. Giusto giusto, il Miccichè presente non era Gianfranco ma Guglielmo, vicepresidente della squadra rosanero.
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10 Maggio 2010, 09:49