13 Settembre 2012, 10:47
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PALERMO – Problemi con Granata? Macchè, “siamo veramente amici, e da una vita”. I fuoriusciti dal partito? “Scelte dettate da calcolo, la politica non c’entra niente”. Lo sbarramento del cinque per cento? “Organizzeremo le liste per superarlo comodamente”. Carmelo Briguglio, leader dei finiani siciliani, sprizza ottimismo da tutti i pori. E ostenta calma olimpica dopo la maretta che ha agitato Futuro e libertà in questi giorni.
L’accordo di massima sulle liste a sostegno di Gianfranco Miccichè è raggiunto. “Saranno tre liste, proprio come per Musumeci e Crocetta – spiega Briguglio -. Una del Partito dei siciliani, uan di Grande Sud, e una di Fli e Mpa con altri autonomisti e i liberali”. Insomma, i finiani correranno in tandem con Riccardo Savona e il suo movimento, ma non solo. La lista ospiterà anche altri Mpa, nelle zone in cui i lombardiani sono ‘in sovrannumero’, come per esempio Catania. L’obiettivo è cementare una coalizione che un domani, alle politiche dell’anno prossimo, possa entrare compatta, con garante Gianfranco Fini, nel progetto di nuova cosa centrista portato avanti da Pierferdinando Casini. Il blocco siciliano Fli-Mpa-Grande Sud avrebbe il peso elettorale per fare il suo ingresso nella cosa bianca non da ospite in casa altui ma da protagonista. Ecco che il voto di ottobre si ammanta di un significato che travalica i confini siculi.
Onorevole Briguglio, prima domanda: perché ha scelto di candidarsi alle regionali?
“Potrei dire, per dare l’esempio, visto che sono il coordinatore regionale del partito. Io sono un convinto sostenitore delle preferenze. È una battaglia che sto portando avanti anche al Parlamento nazionale. E il rischio me lo prendo tutto, mettendoci la faccia. Qui bisogna candidarsi, è il momento”.
Però scendendo in campo ha fatto andare via l’uscente Currenti…
“Mah, non vorrei nemmeno commentare. Currenti, se avesse voluto, sarebbe stato candidato. Ha fatto altri conti. Non mi si dica che ha avuto ripensamenti politici dell’ultimo momento, tutti sanno come stanno le cose. Non c’è niente di politico nella sua scelta”
Ha chiesto anche a Fabio Granata di candidarsi?
“No, basta il coordinatore regionale. Può darsi che Granata pensi di faro in futuro. Non è certo uno che scansa il rischio”.
E l’addio del vostro ex assessore Di Betta come lo commenta?
“Di Betta non è stato mai iscritto a Futuro e libertà. È stato un innesto tecnico condiviso con Lombardo e non ha lasciato traccia in Fli, nessuno ne ha nostalgia. Di Betta rappresentava solo se stesso”.
Avere come avversario un vostro ex compagno di partito come Musumeci può essere un problema? Può esercitare un fascino sul vostro elettorato?
“Con Nello Musumeci sono stato amico. Oggi è un avversario. Ma soprattutto è lo strumento per cercare di risuscitare il Pdl e preparare una improbabile sesta discesa in campo di Berlusconi. Il che chiaramente non può in nessun modo trovare interessato l’elettorato di Fli. La cosa buffa è che ai tempi di An erano altri come Nania a fargli la guerra quando era coordinatore, oggi quelle persone sono i maggiori sostenitori di Musumeci. Ma d’altronde questo accade spesso in politica”.
Siete soddisfatti dalla soluzione trovata sulle liste?
“Sì, perché le stiamo organizzando in modo che tutte possano comodamente superare lo sbarramento. E inoltre, il fatto che non ci sia una lista del presidente, credo farà bene a Miccichè, perché non confonderà gli elettori in cabina”.
Ci sarà il simbolo di Fli nella vostra lista?
“Stiamo un po’ studiando con i grafici. Avremo degli elementi del nostro simbolo”.
I rapporti al vostro interno si sono rasserenati?
“Io amo che ci sia un momento di dibattito quando si devono prendere decisioni importanti, siamo un partito vero. Io e Fabio Granata siamo veramente amici, ma da tanti anni. Lui ha delle sue idee, io le mie, magari ci sono delel differenze, ma non sono mai state contrapposte. Il nostro è un partito a più voci, nel quale magari i giovani protestano, come sempre fanno i giovani, d’altro canto. Però questa è un’elezione che segna un passaggio storico”.
Perché segna la fine dell’era del vecchio centrodestra?
“Perchè stanno succedendo delle cose che nessuno si aspettava. La prima è che nessuno pensava che Lombardo si dimettesse davvero. La seconda è che nesusno pensava che Miccichè rompesse veramente con Berlusconi. Sarebbe paradossale che l’uomo del 61 a 0 sconfiggesse il vecchio centrodestra, no?”.
Miccichè può vincere?
“Non c’è dubbio che c’è una simpatia nell’area catanese per Musumeci, frenata in qualche modo dai panzer dell’Mpa. Ma se c’è una voglia della Sicilia occidentale, in particolare di Palermo, di volere dopo tanti anni un suo presidente, Miccichè è certamente una parte importante della storia di Palermo. Ad ogni modo, io credo che la campagna sia ancora fredda. Il meglio deve ancora arrivare”.
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13 Settembre 2012, 10:47