Gli Arata lasciano il carcere | Padre e figlio ai domiciliari

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05 Luglio 2019, 14:59

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PALERMO – Lasciano il carcere e vanno ai domiciliari Paolo Arata e il figlio Francesco. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Palermo. Non si conoscono ancora le motivazioni ma sembrerebbe che il provvedimento, pur confermando la gravità degli indizi di colpevolezza, riterrebbe affievolite le esigenze cautelari.

Nello stesso blitz della Dia di Trapani erano stati coinvolti Vito Nicastri e il figlio Manlio, mentre ai domiciliari era andato Alberto Tinnirello, il dirigente del Servizio Terzo dell’assessorato regionale all’Energia.

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Da qualche settimana Vito Nicastri ha deciso di collaborare con i pubblici ministeri di Palermo, confermando di avere pagato le tangenti a funzionari e dirigenti regionali affinché spingessero le pratiche degli impianti per l’energia alternative. Un affare che condivideva con Arata che Nicastri tira in ballo pesantemente nei suoi verbali. Emergerebbe la capacità di Arata padre di infiltrarsi, sfruttando amicizie vecchie e nuove, nella pubblica amministrazione, mentre il figlio avrebbe avuto un ruolo attivo nel pagamento delle tangenti.

La decisione del Riesame crea di fatto un paradosso: si ammorbidisce la posizione cautelare degli Arata mentre i Nicastri, che non hanno fatto ricorso, restano dentro nonostante la collaborazione del padre.

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05 Luglio 2019, 14:59

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