Assalti con armi e gas acetilene |Le intercettazioni della banda

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10 Agosto 2015, 05:45

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CATANIA. E’ Andrea Sapienza l’unico dei sei indagati nell’ambito dell’operazione Acetilene, condotta lo scorso 30 giugno dalla polizia stradale, ad aver lasciato il carcere. Così ha deciso il tribunale del Riesame di Catania, che gli ha concesso gli arresti domiciliari dopo aver escluso l’accusa di associazione dedita alle rapine e ai furti. Per i giudici Sapienza sarebbe stato un mero esecutore di ordini. Annullate anche le ordinanze di custodia ai domiciliari per Salvatore Pappalardo e Gaetano Zammataro, sottoposti rispettivamente ad obbligo di firma e di dimora. Misura attenuata anche per Alessandro Previti, sottoposto dal gip all’obbligo di dimora nel comune di residenza e adesso, invece, all’obbligo di firma.

Confermate tutte le altre ordinanze. Restano in carcere Alfio Maugeri, considerato dagli inquirenti vicino al clan Santapaola, Marco Musmeci, Orazio Pappalardo, Giuseppe Castorina e Liborio Previti. Confermati gli arresti domiciliari per Salvatore Patanè e Giuseppe Finocchiaro e l’obbligo di dimora nel comune di residenza per Gaetano Florio e Ignazio Rao. A luglio furono arrestati, dopo pochi giorni di latitanza, anche il pregiudicato catanese Concetto Mirabile, di 34 anni, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, e Paolo Castorina, incensurato giarrese di 32 anni, destinatario della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

L’INCHIESTA. L’attività di indagine, condotta dalla sezione di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Catania e coordinata dalla Procura di Catania, prende il via in seguito alle due rapine compiute nel 2012, il 28 settembre e il 27 dicembre, ai danni delle due aree di servizio Agip che si trovano l’una di fronte l’altra lungo l’autostrada A18, in territorio di Aci Sant’Antonio. In entrambi i casi uguale la tecnica utilizzata. Attraverso una cannula collegata ad una bombola di gas veniva inserito l’acetilene dentro le casse continue. Dopo aver sigillato lo sportello con poliuretano espanso e con il das, venivano fatte esplodere.

Nelle due occasioni complessivamente il bottino fu di ben 62mila euro. Una tecnica rischiosa, tant’è che durante il colpo ai Mercati Alimentari a Catania, nel marzo 2013, 43mila euro andarono letteralmente in fumo. Tra le rapine commesse, secondo l’accusa, anche quella al bar tabacchi Vecchia Gulf di Giarre, nel febbraio del 2013. In quella circostanza tre soggetti, incappucciati e armati di fucili e pistola, avevano esploso un colpo di arma da fuoco contro il soffitto ed avevano colpito al naso il titolare che aveva opposto resistenza. I banditi erano poi fuggiti con 800 euro. A capo del gruppo criminale, accusato di aver commesso almeno sei rapine, Alfio Maugeri, ritenuto ideatore, promotore e organizzatore dell’associazione, e Liborio Previti, considerato invece l’organizzatore dei mezzi materiali per l’esecuzione dei reati. Nel corso delle indagini venne sventata una rapina ai danni del supermercato Aligros Pam di Santa Venerina. Sei soggetti, incappucciati e armati con pistole e fucili a canne mozze, vennero bloccati a bordo di un Fiorino, a pochi metri dall’obiettivo. Le indagini hanno permesso di accertare anche l’esistenza di un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, marijuana e cocaina, ad opera di alcuni degli indagati.

LE INTERCETTAZIONI. E’ nel corso di un’intercettazione ambientale captata sulla vettura di Giuseppe Castorina che emergono i primi dissidi all’interno del gruppo criminale. E’ Liborio Previti che, lamentandosi di alcuni comportamenti di Alfio Maugeri, ad esprimere spinte autonomiste. Previti e Castorina si lamentano di dover compiere tutti i lavori più rischiosi e di non essere più disposti a farlo, poiché erano ormai in grado di mettere in pratica la tecnica per compiere i reati.

LIBORIO: poi, ieri, io glielo volevo dire: “Alfio ma tu che spacchio hai fatto? Ogni lavoro…tu…così…”, poi noi dobbiamo sistemare le macchine, dobbiamo prendere quello, dobbiamo prendere quell’altro! E’ normale che le complicazioni le abbiamo noialtri. Perché dobbiamo fare tutto noi!

GIUSEPPE: Ma noialtri non ce la facciamo ‘mbare!

LIBORIO: Che è che non ce la facciamo? Non ce la facciamo perché Giuseppe? Perché non abbiamo persone capaci! Ma se ci sono ragazzi che partono…io ce la faccio a farlo. Perché io l’ho visto, no!

GIUSEPPE: inc…capace che n’appizzamu

LIBORIO: Non n’appizzamu!

GIUSEPPE: Auh, ‘mbare! Mandalo a fare in culo.

LIBORIO: Ora, come quelli prendono le bombole. Che ce li caricano. Che abbiamo le bombole cariche…ce li teniamo…inc. ce li abbiamo le persone: uno ò Nino u’ Balluni…”

Un’altra intercettazione registra le fasi organizzative della rapina ai danni del supermercato di Santa Venerina, conclusa con sei arresti in flagranza. A parlare sono Alfio Maugeri, Gaetano Zammataro e Marco Musmeci.

ALFIO: ah…domani te ne vieni con me…domani tu sai che devi fare Gaetano?

GAETANO: che dobbiamo fare?

ALFIO: domani noi dobbiamo un lavoro di mattina, domani quando noi arriviamo ti devi fare dare le chiavi da tua sorella Giovanna e devi andare a posare quelle cose e le posate là, ti porti a lui…

GAETANO: dove li devo posare?

ALFIO: li devi nascondere no!

MARCO: non sono pistole…

GAETANO: lupare sono?…

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10 Agosto 2015, 05:45

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