09 Aprile 2016, 20:13
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PALERMO- Alla fine la figura del governatore non si è materializzata tra i saloni della Leopolda sicula. Rosario Crocetta, il governatore del Pd, ha deciso di disertare la kermesse dei renziani. Nonostante il “fantasma” del presidente aleggiasse a lungo, mente si susseguivano gli interventi dal palco. “Crocetta arriva?” Chiedevano in tanti. Crocetta alla fine non è arrivato. E forse la Leopolda ha perso qualcosa. L’anno scorso, del resto, la presenza del governatore aveva acceso le polveri di uno scontro con Faraone che aveva scelto il terreno scivolosissimo dell’antimafia. Questa volta, se di scontro si può parlare, questo è avvenuto senza il corpo al corpo, ma solo attraverso le dichiarazioni a distanza. Quelle di Davide Faraone, in particolare, che ieri in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento ha sostanzialmente rinnegato e archiviato l’era Crocetta, lanciando già la corsa alle prossime elezioni.
Un approccio che pare non sia stato gradito del tutto dallo stesso sottosegretario Luca Lotti, né da altri alleati dei renziani: troppo presto per lanciare la volata. Ed eccessivamente feroce il giudizio su un governatore che è, piaccia o non piaccia, un esponente del Pd. Così, Crocetta ha deciso di non venire. Evitando così di partecipare a quello che appare come l’embrione della campagna elettorale di Faraone (o di un renziano a lui vicino) verso Palazzo d’Orleans. Una vera e propria celebrazione di rito renziano. Insomma, quell’assenza non è stata casuale.
Del resto, nessuno dei militanti politici più vicini a Crocetta ha deciso di fare un salto alla Leopolda. L’ex assessore e ora segretaria particolare di Crocetta Nelli Scilabra ha addirittura voluto smentire con forza la sua presenza alle ex fabbriche Sandron. Non si è vista nemmeno la vicepresidente Mariella Lo Bello, che altre volte ha messo delle pezze istituzionali alle assenze del governatore. Ma c’è un altro tipo di assenza che sembra fare più rumore. È l’assenza di Crocetta dai discorsi dei suoi ex assessori. Da chi ha condiviso con lui un pezzo più o meno breve di legislatura, al governo, e che oggi ha deciso di rimuovere il ricordo e persino il nome di Crocetta dai propri interventi dal palco.
Ieri era stato il turno di Michela Stancheris, che si è limitata a ribadire ancora una volta la propria “libertà politica”, oggi la cosa si è ripetuta negli interventi di Nico Torrisi e di Nino Caleca. Eppure pare che anche l’ex assessore all’agricoltura, suo malgrado, abbia contribuito a tenere Crocetta lontano dalle fabbriche Sandron. A diversi alleati, infatti, il governatore avrebbe manifestato, proprio nelle ultime ore, il proprio fastidio per la presenza alla Leopolda dell’avvocato palermitano. Un legale che, tra i tanti assistiti, annovera anche il cronista de L’Espresso, Maurizio Zoppi, che assieme a Piero Messina ha firmato l’articolo sulla presunta intercettazione con le tremende parole dell’ex primario Tutino su Lucia Borsellino. Una intercettazione mai provata e che sarebbe, per Crocetta, il frutto di una sorta di congiura. Alla quale si sarebbe prestato appunto l’avvocato ed ex assessore di Crocetta.
Da Palazzo d’Orleans invece l’assenza è spiegata diversamente. Crocetta, infatti, avrebbe deciso di non mancare a un appuntamento preso in una parrocchia palermitana. Sarebbe andato a messa, il presidente, mentre Faraone celebrava, tra transfughi, speranze, retorica e frecciate, il renziano rito della Leopolda sicula.
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09 Aprile 2016, 20:13