05 Aprile 2010, 06:39
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Fare teatro significa farlo anche in termini sperimentali, così ci ritroviamo ad assistere a Fufull, spettacolo brillante con i ragazzi down, vincitore del premio “Il teatro che verrà 2007”. Inoltre l’associazione della Commissione Europea Fdad (For Diversity Against Discrimination) lo ha scelto per “il rilievo artistico e sociale della rappresentazione che, coinvolgendo professionisti e giovani diversamente abili, promuove i valori della diversità”.
Incontriamo Ugo Giacomazzi, uno dei protagonisti coinvolti nella performance, al termine della performance teatrale.
Perché Teatrialchemici?
“Teatrialchemici, lavora da tre anni con i ragazzi affetti dalla sindrome di down. Teatri Alchemici perché tutti i nostri lavori non partono da un’idea preconcetta; nascono sempre dall’esigenza di comunicare qualcosa. E’ stato alchemico anche l’incontro con Luigi Di Ganci, anche lui attore-regista, da quando ci siamo conosciuti siamo sempre stati in sintonia su tutto”.
Quanto è difficile lavorare con i ragazzi affetti dalla sindrome di down?
“Indubbiamente è difficile. Quando abbiamo iniziato a lavorare con i ragazzi non pensavamo che ci avrebbero portato l’ispirazione per un lavoro così professionale. Sul palco sette ragazzi down e cinque professionisti, spettacolo talmente eversivo e creativo da rendere impossibile la distinzione tra normodotati e disabili. Un lavoro che ha arricchito interiormente ciascuno di noi”.
Il futuro?
“Portiamo avanti il laboratorio teatrale, rendendolo permanente, con la volontà di mettere in scena altri spettacoli. E magari, costituire una compagnia teatrale fissa”.
Cosa è per te, il teatro?
“ Libertà di espressione. Con Luigi Di Gangi ed il nostro teatro rivoluzionario abbiamo partorito “Desideranza”, spettacolo molto apprezzato dalla critica di tutta Italia, che vede in scena i due amici ancora una volta nei temi legati alle diseguaglianze”.
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05 Aprile 2010, 06:39