18 Ottobre 2020, 12:18
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PALERMO – È una mafia di vecchie conoscenze e nuove figure che avanzano dal sottobosco quella che si muove a Palermo. Ed è in questo equilibrio fra passato e presente che si gioca la partita del potere.
Nel gennaio 2018 Tommaso Inzerillo, boss di Passo di Passo di Rigano, metteva la situazione del cugino Francesco – sono stati arrestati insieme l’anno scorso – in correlazione con la storia di un altro autorevole esponente dei perdenti della seconda guerra di mafia, quella che sancì la vittoria dei corleonesi e provocò la fuga in America degli scappati.
Tra coloro che avevano trovato riparo all’estero c’era Giovanni Greco (classe 1956), che tutti chiamano “Giovannello”, fedelissimo di Stefano Bontate, il principe di Villagrazia.
Stando a quando registrato dalle cimici due anni fa Giovannello Greco attendeva solo il via libera di Masino Inzerillo per rientrare dall’estero: “… in Spagna… poi è stato qua.. tutto a posto… sì, sì… se ne è andato, quando dite voi vengo”, diceva Tommaso Inzerillo, facendo capire di avere una sorta di canale diretto di comunicazione.
Greco è un uomo libero dal 2010, anno in cui ha finito di scontare la propria pena. Un anno prima, nel 2009, aveva lasciato il carcere ed era stato trasferito in una casa lavoro in Emilia Romagna.
Negli anni ’80 per sfuggire alla furia di Totò Riina approdò in Spagna, dove ufficialmente faceva il pescatore, e dopo una lunga latitanza si consegnò alla polizia spagnola nel 2002 per essere estradato e chiudere i suoi conti con la giustizia.
La sua pena più lunga, 15 anni di carcere per il tentativo di omicidio del killer Pino Greco, soprannominato Scarpuzzedda, era stata ridotta a 10 anni perché i giudici avevano riconosciuto che non fu Giovannello a tentare di uccidere il sicario dei corleonesi.
Masino Inzerillo era davvero in contatto con Greco? Cosa è accaduto dopo il suo arresto? Di sicuro a Palermo il divieto di rientro per gli scappati è un capitolo chiuso. “Sono voluti bene da tutti in Cosa Nostra… tutti cercano a Franco Inzerillo, a Masino Inzerillo”, ha messo a verbale di recente il pentito dell’Acquasanta Vito Galatolo. Sul numero del mensile S in edicola un articolo è dedicato al difficile equilibrio tra vecchi e nuovi boss.
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18 Ottobre 2020, 12:18