Gli insegnanti torneranno in Sicilia | La sentenza cambia le graduatorie

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08 Gennaio 2019, 16:57

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PALERMO – Oltre 300 docenti siciliani torneranno a insegnare nell’Isola, potendo contare sul riconoscimento del punteggio ottenuto svolgendo il pre ruolo nelle scuole paritarie. A sbloccare l’impasse è una sentenza del Tar del Lazio, che stabilisce l’illegittimità “dell’esclusione dell’attribuzione di punteggio, in sede di mobilità, per il servizio d’insegnamento svolto negli istituti paritari”. In sostanza, secondo il tribunale, il Ministero dell’Istruzione dovrà riconoscere i punti dei docenti che prima dell’immissione in ruolo hanno insegnato in quelle scuole, esattamente al pari di quelli che hanno svolto servizio in scuole statali.

Oggetto della decisione del Tar è l’ordinanza ministeriale “con cui è stata disciplinata la ‘mobilità del personale docente, educativo ed ATA per l’anno scolastico 2018/2019’, nella parte in cui – recita la sentenza – non prevede di poter far inserire, ai fini della compilazione delle graduatorie di mobilità, l’intero punteggio del servizio pre ruolo prestato dai ricorrenti negli istituti paritari”. L’annullamento dell’ordinanza modifica notevolmente l’assetto nazionale degli insegnanti trasferiti in base al contratto mobilità, che potranno così beneficiare di un punteggio più alto e tornare a casa.

La sentenza fa riferimento a una violazione dei “princìpi di eguaglianza e d’imparzialità dell’amministrazione”, ponendo le basi per una svolta per migliaia di casi in tutta Italia, tra cui gli oltre 300 di provenienza siciliana. Per effetto della sentenza, gli uffici dell’Usr (Ufficio scolastico regionale) della Regione Siciliana dovranno, ognuno coi rispettivi tempi burocratici, procedere ad attribuire i punteggi finora mancanti e quindi a richiamare i docenti, che avranno così diritto a un posto statale nella propria terra.

“Una sentenza bomba che avrà molti risvolti – afferma l’avvocato Angela Maria Fasano, che ha patrocinato il ricorso – essendo la prima di questo tipo a livello nazionale. Sicuramente il Miur la impugnerà in appello, ma è stato ormai tracciato un orientamento perché la sentenza si basa su un principio imprescindibile, quello di non discriminazione”. “Grazie a questo punteggio, in circa un mese i docenti siciliani tornano a casa – ribadisce Fasano – perché 120 punti in una graduatoria di mobilità sono tantissimi”. La questione del riconoscimento del punteggio pre ruolo si protrae da anni in tutta Italia, tanto da portare alla nascita di un Comitato nazionale per il riconoscimento del servizio prestato nella scuola paritaria.

Sebbene il provvedimento riguardi coloro che avevano già presentato ricorso, è possibile ‘ancorarsi’ alla decisione del Tar anche per i nuovi ricorrenti: “Ogni anno viene pubblicato il bando della mobilità – spiega l’avvocato – e ci si auspica che alla luce di questa vittoria il contratto venga modificato, prima o poi. Quest’anno per esempio non è stato modificato, ma grazie a questo precedente, come studio legale abbiamo riaperto subito le adesioni e ci stiamo già riorganizzando coi nuovi ricorrenti”.

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08 Gennaio 2019, 16:57

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