Gli interessi dei Nardo a Vizzini |Confiscati i beni di Navanteri - Live Sicilia

Gli interessi dei Nardo a Vizzini |Confiscati i beni di Navanteri

Salvatore Navanteri è il boss che nel 2013 - secondo l'indagine della Dda di Catania "Ciclope" - aveva pianificato la sua scalata criminale per diventare il capo indiscusso della mafia tra Vizzini e Francofonte. IL VIDEO

DIA DI CATANIA
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CATANIA – Confiscati i beni di Salvatore Navanteri, boss dei Nardo, con interessi economici e illegali nel catanese. La Dia ha messo i sigilli su un patrimonio di 500 mila euro tra Vizzini, Francofonte e Teglio, in provincia di Sondrio. Salvatore Navanteri, 60 anni, nel 2013 finito in manette nel corso dell’operazione Ciclope. Blitz che portò al fermo di diversi esponenti del clan siracusano per paura dell’inizio di una sanguinaria faida di mafia.

L’uomo  è figlio di  Giovanni, soggetto che fu a capo di un sodalizio criminale che negli anni Ottanta entrò in contrasto con quello capeggiato da Giovanni Caruso e da cui scaturì una faida nel corso della quale furono perpetrati numerosi omicidi, tra cui quelli dei germani di Salvatore Navanteri.

La proposta di sequestro è stata inoltrata dal Direttore della Dia, su indagini ed accertamenti patrimoniali svolti dal Centro Operativo di Catania, che accertava come Navanteri “non possiede risorse lecite e idonne a giustificare gli investimenti effettuati nel corso degli anni”. Il decreto di confisca è stato emesso dal Tribunale di Siracusa – Sezione penale.

Navanteri ha precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi. Nel 2013  assieme alla moglie Luisa Regazzoli ad esponenti del Clan Nardo, vicini ai Santapaola, finisce nella rete dei carabinieri nell’operazione Ciclope. Navanteri avrebbe approfittato dell’arresto nella retata Black Out di Michele D’Avola, alias “cuccarino” per prendere le redini della famiglia nel territorio a confine tra Catania e Siracusa. Questo però avrebbe creato una spaccatura tra i sodali. In questo clima di tensione, ad agosto del 2013 Salvatore Navanteri è vittima di un agguato davanti ai cancelli di un casolare a Francofonte. L’indagato, con il suo collaboratore Robert Emilian Mocanu, riportano ferite. Da lì sarebbe dovuta partire vendetta fermata dai carabinieri con i fermi.

L’odierno provvedimento del Tribunale di Siracusa è stato emesso a seguito di una lunga e complessa serie di accertamenti patrimoniali svolti da personale del Centro Operativo D.I.A. di Catania, diretto dal Primo Dirigente della P. di S. dott. Renato Panvino, compendiati in una proposta di misura di prevenzione – a firma del Direttore della D.I.A. – che era sfociata nel sequestro dei predetti beni eseguito nel marzo dello scorso anno.


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