26 Dicembre 2014, 05:00
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CATANIA – Parco scientifico, 23 lavoratori sembrano condannati a un futuro incerto, nonostante prestino servizio da numerosi anni. A impedire il rinnovo dei contratti è una norma regionale che blocca le “nuove” assunzioni, comprese quelle che, a tempo determinato, sono state rinnovate per più di un decennio.
Il Parco è un’eccellenza che non grava sui bilanci regionali e va salvaguardato, una storia raccontata nei mesi scorsi da Live Sicilia Catania che ha al centro i dipendenti del Parco Scientifico e Tecnologico, un ente costituito in società per azioni partecipata all’88% dalla Regione e al 12% da diverse aziende private, impegnato nel campo della ricerca in favore delle imprese dal 2001. I dipendenti, che lavorano al Parco da diversi anni, rischiano il mancato rinnovo del contratto a causa di una norma regionale che impone un blocco delle assunzioni. Ad aggravare la loro preoccupazione si era aggiunto un bando pubblico per la ricerca di svariate professionalità da impiegare in progetti di ricerca dell’Ente. Il Presidente del Parco, l’ingegner Roberto D’Agostino aveva assicurato che non si trattava di una sorta di escamotage per sostituire i lavoratori, ma un modo per portare avanti alcuni progetti di ricerca.
A selezioni effettuate ecco quali sono stati gli sviluppi dell’affaire “Parco Scientifico”. L’impegno a cercare un’interlocuzione con la Regione preso da D’Agostino (e sollecitato anche da una missiva dei dipendenti indirizzata a Rosario Crocetta), è stato mantenuto. Il 22 ottobre, infatti, si è tenuta l’audizione del presidente del Parco d’Agostino in commissione attività produttive per discutere delle prospettive economiche e occupazionali dell’Ente. D’Agostino ha detto di essersi prodigato in un’opera di riequilibrio dei conti e ha spiegato la situazione dei dipendenti con contratto a tempo che stando alle norme regionali approvate nel 2014 non sarebbe rinnovabile. Vista l’esperienza e la professionalità acquisita negli anni questi dipendenti vanno tutelati. Questa la posizione espressa dal deputato Luca Sammartino durante la seduta. Lo stesso d’Agostino, in commissione, chiede “un intervento del legislatore per il mantenimento delle professionalità fin qui sviluppate” e il deputato Anthony Barbagallo propone “l’elaborazione di un ddl che possa consentire il rinnovo dei contratti per i dipendenti del Parco scientifico”. Accade più o meno questo in terza commissione. Poi la palla passa al gruppo del Pd. Vengono stilati una relazione e un disegno di legge da presentare. Il documento a firma Concetta Raia, Anthony Barbagallo, Antonello Cracolici, Gianfranco Vullo e Baldassarre Guicciardi si concentra sulla carenza d’organico che caratterizza il Parco per via di contratti in scadenza, cosa che non riguarderà esclusivamente i cinque dipendenti assunti a tempo indeterminato “con caratteristiche prevalentemente amministrative”.
L’Ente si trova nella situazione “paradossale di avere un overbooking di progetti già finanziati e approvati” ma di essere sottodimensionato nell’organico. Uno dei rischi evidenziati dai deputati è quello di perdere i fondi europei. “Tenuto conto della normativa regionale in materia di divieto di assunzioni e degli atti di indirizzo per le società partecipate, – si legge- con il presente disegno di legge si autorizza la società a soddisfare le esigenze sopra esposte procedendo alla selezione ad evidenza pubblica, di soggetti esterni cui affidare contratti a tempo determinato il cui costo sarà interamente ribaltato sui progetti di pertinenza senza alcun onere a carico del bilancio regionale in quanto interamente finanziati, direttamente o indirettamente, con fondi comunitari”.
I lavoratori con contratto in scadenza si chiedono perché nel testo non ci sia un esplicito riferimento alla loro condizione mentre si paventa il ricorso a esterni. E propongono loro stessi una formula, poche righe decisive, che andrebbero inserite. “Vista l’esigenza di mantenere e salvaguardare le professionalità che da molti anni lavorano alle dipendenze del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, come evidenziato dagli Onorevoli membri della Terza Commissione – Attività produttive dell’Ars. I dipendenti del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia che alla data di pubblicazione del corrente disegno di legge presentano un contratto a tempo determinato, dovranno essere assunti dalla predetta società PSTS, a tempo indeterminato entro un mese dall’entrata in vigore del presente disegno di legge, con livelli contrattuali e retributivi non inferiori a quelli attualmente riconosciuti e maturati”. In attesa di capire meglio e seguire l’iter del ddl, i dipendenti fanno notare che l’Ente si basa su un organico costituito da cinque lavoratori a tempo indeterminato e ventitré con contratto a tempo determinato superando il “limite percentuale” del 30% previsto per il ricorso al contratto a tempo determinato come prescrive il “combinato disposto degli art 10 comma 7 D.lgs. 368/2001 e 61 CCNL Commercio Servizi e Terzio”. Un elemento che in caso di contenzioso comporterebbe “la conversione del rapporto di lavoro da determinato a indeterminato”. Alcuni dipendenti non escludono la possibilità di adire le vie legali. “Sembra l’unica alternativa che ci lascia l’ente”, dice uno di loro. A conti fatti questa eventualità gioverebbe veramente poco al Parco, un motivo in più per intervenire sanando la situazione dei ventitré dipendenti.
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26 Dicembre 2014, 05:00