Gli occhi lucidi di Miccoli | e l’agonia di un gruppo spento

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03 Marzo 2013, 14:39

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PALERMO- Riassumendo, il problema del Palermo: possesso palla tendente al Barcellona, capacità realizzativa tendente al Pozzo di Gotto. Tanto non se n’è accorto nessuno. A casa, abbiamo consumato un piatto di tagliatelle di funghi, seguito da un ottimo spezzatino. E toh, giocava il Palermo… Poi, alla fine, ci ha spezzato il cuore ancora integro non lo spezzatino, ma lo sguardo di Miccoli. I suoi occhi lucidi al microfono di Sky, il suo amore per un amore in declino. L’ostinazione tenera del capitano, la sua lotta con una gamba sola raccontano il coraggio da salvare di un anno che sta cambiando lettera: dalla A alla B. Bisognerà attrezzarsi il sabato, litigare con la moglie per sacrificare l’uscita alla partita. E cosa volete che  sia per un popolo innamorato, che andava a Crotone cantando inni, come se fosse un’epica battaglia sotto le mura di Troia?
Amici, sveliamoci l’amara verità che sappiamo. Ci vorrebbe un miracolo per conservarci nella cosiddetta massima serie. La squadra è invisibile, impalpabile è l’uomo in panchina. La pazzia calcistica di Maurizio Zamparini ha ridotto l’allenatore di turno a un pallido riflesso di scolorina. Certe volte, ci pare di scorgere Guidolin. O magari Ezio Sella. Tanto, che differenza fa?

Lo scriviamo con l’amarezza di chi sa, perché sarebbe vigliaccheria voltare la faccia. Questo Palermo non può salvarsi, al netto di miracoli, appunto, che non si intravvedono. Se, casomai accadessero, saremmo lieti e sempre pronti a srotolare la coda in dotazione ai giornalisti italiani per sostenere di avere portato fortuna…
A che serve il risaputo tocchettare (grazie, Maestro Brera), una concezione manualistica da compitino per una ciurma che dovrebbe affrontare le partite con la scimitarra tra i denti e picchiare mazzate sulle gengive nemiche? Di fatto, come sempre accade, le occasioni migliori le hanno avute gli altri: nel caso in specie il Torino. Un palo. Due errori pacchiani sotto misura. Il miracolo finale del Sia Lodato Sorrentino. Ai rosanero resta un punticino in saccoccia, l’ennesimo. Una mollica di pane che non sazia una fame spaventosa.

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Certo, la speranza è l’ultima a morire, finché il destino non stampi un certificato di morte. Ma forse sarà meglio pensare con leggerezza alla prossima stagione. In B, se B sarà, ci vorranno giocatori con gli attributi e un sergente di ferro in panchina. Ecco, per esempio, Ventura farebbe proprio comodo.
Nell’agonia, intanto, teniamoci stretti gli occhi lucidi e il cuore di Fabrizio. Nell’inverno rosanero quelle pupille brillano, come il lumino di una casa lontana.

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03 Marzo 2013, 14:39

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