Gli sms dei boss a “Quelli che il calcio”

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20 Agosto 2010, 13:17

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Sms inviati alla trasmissione televisiva ”Quelli che il calcio” per comunicare messaggi cifrati ai boss detenuti al 41 bis: è quanto ha riferito l’ex procuratore nazionale antimafia aggiunto, Enzo Macrì, nel corso di un’audizione alla Commissione parlamentare antimafia. Macri’, secondo quanto scrive il Quotidiano della Calabria, ha detto che la segnalazione circa l’invio di sms apparentemente innocenti che in realtà rappresentavano messaggi per i boss è giunta alla Procura nazionale antimafia da un carcere ed è adesso oggetto di approfondimenti investigativi. I responsabili di ‘Quelli che il calcio’, è stato precisato dal magistrato, sono totalmente all’oscuro dell’utilizzo improprio della possibilità di inviare gli sms alla trasmissione che vengono pubblicati attraverso un rullo che scorre sul video. L’audizione nel corso della quale Macrì ha fatto la segnalazione risale allo scorso mese di maggio. Oggetto del colloquio di Macrì, delegato dal procuratore nazionale, Piero Grasso, con la Commissione antimafia è stata la situazione dei detenuti al 41 bis di cui il magistrato, oggi Procuratore generale ad Ancona, era responsabile per la Dna. ”Certo – ha detto Macrì all’ANSA – quello degli sms alle trasmissioni televisive, e nel caso specifico a ‘Quelli che il calcio’, è solo uno degli strumenti che vengono utilizzati per inviare messaggi ai detenuti al 41 bis. Messaggi che i boss recepiscono ed interpretano attraverso il loro contenuto ed il mittente. Si tratta di messaggi dal contenuto spesso banale che, in realtà, nascondono importanti ‘comunicazioni di servizio’ ai boss”.

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“Tutto ok, Paolo”. E’ il testo di uno degli sms inviati a “Quelli che il calcio” ed altre trasmissioni televisive che rappresentavano in realtà messaggi cifrati a boss mafiosi detenuti in regime di 41 bis attraverso la visione del programma. “Ciò che ci colpì della segnalazione – dice Macrì – era l’apparente banalità del contenuto degli sms dietro ai quali, in realtà, si celavano precise comunicazioni ai boss impossibilitati, a causa del regime carcerario cui erano sottoposti, ad avere qualsiasi comunicazione con l’esterno. E’ chiaro, tra l’altro, che l’esatto significato del messaggio lo potevano capire solo i destinatari”.

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20 Agosto 2010, 13:17

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