28 Marzo 2014, 16:52
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PALERMO – Hanno provato a difendersi in tutti i modi. Avevano capito subito che qualcosa non andava e così hanno inserito le sicure alle portiere della loro auto, hanno chiuso i finestrini e sperato che quegli uomini che gli avevano sbarrato la strada non ce l’avessero proprio con loro. E invece da quel momento in poi è iniziato l’incubo. Non solo due colpi sparati in aria, ma anche la violenza fisica per un bottino totale di circa 170 euro e tre telefoni cellulari.
Uno dei tre giovani rapinati la scorsa notte in via Porta di Castro, all’Albergheria, è infatti stato colpito in testa con il calcio della pistola impugnata da uno dei quattro malviventi (clicca qui per leggere la notizia). A medicare il giovane, che ha 25 anni, i sanitari del 118 avvisati da polizia e carabinieri quando le vittime si sono recate in questura per sporgere denuncia. Poco prima a Ballarò si erano verificate scene da far west. I tre ragazzi stavano tornando a casa dopo una serata trascorsa in un pub del centro storico. Stavano percorrendo proprio la via Porta di Castro quando via Cadorna è improvvisamente diventata off limits: a chiudere la strada a senso unico una vecchia Fiat Uno da cui sono scesi i malviventi.
La zona è stata in subbuglio fino all’alba, come racconta Aldo Valguarnera, il cui figlio gestisce un bed and breakfast a pochi metri dal luogo della rapina: “Sono arrivato qui intorno alle 6 del mattino ed ho visto molta confusione. I vicini mi hanno raccontato quello che era successo, ma devo dire che da tempo non si verificava nulla di strano qui. La gente si è spaventata, c’erano diverse macchine della polizia e dei carabinieri. Ho così parcheggiato più lontano e sono entrato in casa terrorizzato”.
E’ comunque il silenzio, oggi, a prevalere tra i vicoli di Ballarò dopo la rapina violenta ai tre giovani che per pochi spiccioli e dei cellulari se la sono vista brutta. Sulle balate ancora bagnate dalla pioggia c’è un anziano che sta trascinando a fatica una carriola. E’ piena di frutta e verdura: “Mi arrangio così – dice – con la mia piccola pensione non ce la faccio a mantenermi. In questa città e specialmente a Ballarò la vita è difficile, a questa età devo ancora rimboccarmi le maniche. Gli spari di stanotte non li ho sentiti – prosegue – perché abito nei pressi di piazza Casa Professa, ma non mi stupisce sapere che succedono cose simili, qui è una giungla, viviamo nella paura da sempre”.
“Già – aggiunge la moglie che lo raggiunge con addosso un vecchio cappotto ed un ombrello – ognuno fa quello che vuole, sembra che non ci siano regole, che regni l’anarchia”. E all’interno di un’officina c’è chi la pensa allo stesso modo: “L’altro giorno – dice un uomo dalla corportaura robusta – ho assistito in diretta allo scippo di due turisti. Io ed un mio amico abbiamo provato ad inseguire chi li ha derubati, ma questi vicoli sono purtroppo l’ideale per nascondersi e li abbiamo persi. Quello che è successo stanotte – prosegue – è l’ennesima conferma che servono telecamere a tappeto in città, anche in zone dimenticate come la nostra”.
“Poteva finire davvero male – aggiunge Nunzia Di Girolamo, titolare di un negozio di alimentari – anche noi commercianti abbiamo sempre più paura. Questo è il centro storico della città, la parte più preziosa del nostro capoluogo. Eppure ci sentiamo cittadini di serie b, abitanti di un quartiere senza identità, dove tutto è possibile, anche rischiare la vita per qualche moneta ed un telefono. Spero che i responsabili di quanto successo vengano trovati quanto prima, non vogliamo avere paura per tutta la vita”.
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28 Marzo 2014, 16:52