Gli spari, la fuga, il suicidio: dodici ore di orrore - Live Sicilia

Gli spari, la fuga, il suicidio: dodici ore di orrore

Dall'omicidio di Vanessa Zappalà, al ritrovamento del cadavere del suo assassino, Tony Sciuto.
FEMMINICIDIO
di
2 min di lettura

Ha inciso, con la punta di una pietra, i nomi di sua madre e suo padre e dei suoi figli chiedendo perdono. Questo è stato l’ultimo gesto di Tony Sciuto prima di impiccarsi con un cavo metallico in un casolare tra gli uliveti delle campagne etnee. Ha abbandonato la Fiat 500 vicino alla cisterna d’acqua utilizzata per irrigare i campi e poi ha deciso di togliersi la vita. In quelle scritte nessun riferimento a Vanessa Zappala, l’ex fidanzata che ha ammazzato con diversi colpi di pistola la notte tra domenica e lunedì a pochi passi dal porticciolo di Acitrezza. Erano le 3 di notte quando è arrivato alla frazione marinara a bordo dell’auto presa a noleggio la sera prima. L’ha afferrata per i capelli e le ha sparato in testa.

Tutto si è consumato in pochissimi minuti: Vanessa e un gruppo di amici, ragazze e ragazzi, stavano passeggiando verso la piazzetta costeggiando da una parte il parcheggio che dà sui faraglioni e dall’altra i tanti ristorantini di pesce, all’improvviso una vettura li ha affiancati, poi l’auto si è fermata ed è sceso Tony che ha chiesto di parlare con la sua ex. Non ha fatto in tempo ad avvicinarsi, che Sciuto si è armato, ha afferrato la lunga chioma della 26enne e ha fatto fuoco con una calibro 7.65. Una scarica di almeno sei colpi alla testa. Un proiettile ha raggiunto la spalla di una delle amiche di Vanessa. Una ferita di striscio. Una bruciatura. Appena l’ex fidanzata è crollata per terra come un fantoccio, Tony Sciuto è fuggito. Ed è scattata la caccia all’uomo da parte dei carabinieri del comando provinciale.

I testimoni hanno immediatamente fornito l’identikit dell’assassino ai militari, che nel corso della mattinata di ieri hanno diramato le foto di Sciuto per avere informazioni utili alla cattura. Ma l’input giusto è arrivato da un filmato: gli investigatori hanno individuato una Fiat 500 scura che viaggiava in una zona e a un orario compatibili con il femminicidio. Dalla targa sono risaliti all’autonoleggio dove Sciuto aveva preso la macchina solo poche ore prima, in sostituzione di un’altra che si era guastata.

Le indagini hanno portato i carabinieri in contrada Trigona, in una strada che da San Giovanni La Punta conduce a Trecastagni. Prima hanno avvistato la Fiat 500 e poi hanno trovato, alle 4 e mezza del pomeriggio, il 38enne impiccato. Sul muro di mattoni quel messaggio di scuse era indirizzato ai genitori e ai figli avuti da una precedente relazione. Nessuna scusa per Vanessa.

Vite e famiglie che si incrociano in una tragedia che forse poteva essere evitata. Non è bastato il divieto di avvicinamento scelto dal gip, dopo l’arresto in flagranza lo scorso giugno, a fermare la mano omicida di Antonio Sciuto.

I fiori ad Acitrezza

La cronaca dell’orrore dura poco più di 12 ore. Morte e sangue in una domenica d’agosto che sarà difficile da dimenticare. Qualcuno nell’angolo dell’incantevole borgo marinaro di Aci Castello, dove Vanessa è stata brutalmente uccisa, ha lasciato dei fiori. C’è anche un mazzo di rose.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI