Gli stipendi in ritardo, le famiglie dei detenuti: "Seidita fa figuracce" - Live Sicilia

Gli stipendi in ritardo, le famiglie dei detenuti: “Seidita fa figuracce”

L'episodio è stato ricostruito nell'ordinanza che ha portato al blitz di qualche giorno fa
LE INDAGINI
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PALERMO – Gli stipendi in ritardo sono un problema per tutte le famiglie dei lavoratori. Ma a ben vedere lo sono pure per le mogli dei mafiosi in galera, che periodicamente attendono queste spettanze come se fossero una specie di rendita eterna: un atto dovuto. E nel mandamento Noce-Cruillas, sotto il potere di Carmelo Giancarlo Seidita, non erano ammesse figuracce. A maggior ragione, poi, se certe signore si rivelano pure particolarmente inclini alla lamentela. 

Il racconto di Cinquemani: “Si è lamentata con quello dei corredi”

L’episodio viene ricostruito nell’ordinanza che ha portato in carcere Seidita, assieme agli uomini ritenuti componenti del mandamento e delle due famiglie, Noce e Cruillas. Uno degli arrestati, in particolare, Salvatore Cinquemani, lo racconta a una persona a lui vicina. La moglie di un mafioso in carcere, suocera di un giovane evidentemente vicino ad alcuni uomini del clan, sarebbe andata a lamentarsi direttamente con Seidita, con “quello dei corredi”. Avrebbe detto: “Non ci hanno ancora portato i soldi”. E lui – quello “dei corredi” è notoriamente Seidita, che ha un negozio di corredi – avrebbe subito fatto valere i gradi del boss. Avrebbe contattato uno dei suoi sottoposti e di bocca in bocca la protesta sarebbe arrivata a Cinquemani. Da qui un rapido controllo e la verifica: qualcuno ricordava erroneamente di aver pagato. Ma queste cose non devono succedere, ché altrimenti, fa capire Cinquemani, “è lui che prende le brutte figure”. 

Un regalo di 2 mila euro per l’acquisto di un terreno. Il boss: “Se vuole 500 euro bene, altrimenti venga da me”

Il ruolo del presunto capo mandamento sarebbe anche stato quello di mediatore tra questioni private. Come quando un residente del quartiere Cruillas racconta un problema capitato a suo cugino, che aveva acquistato un terreno e a un certo punto gli si era presentata una persona pretendendo un “regalo”, non meglio specificato e non certo dovuto, di 2 mila euro. Seidita, nelle intercettazioni, si mostra dapprima infastidito, poi salomonicamente decide che il cugino del palermitano avrebbe dovuto pagare, ma solo 500 euro. E se il “creditore” avesse protestato per l’esiguità della somma, se 500 euro non gli fossero bastati, sarebbe dovuto andare a protestare da lui. 

L’imprenditore in cerca di lavoro al boss: “Vedi che con me brutta figura non ne fai”

Il presunto boss Seidita, nel periodo in in cui avrebbe retto il mandamento Cruillas Noce, avrebbe ricevuto richieste di vario genere. Un imprenditore edile, in particolare, si sarebbe avvicinato a lui chiedendogli di incontrare un vecchio mafioso uscito da poco dal carcere. Intercettato, di fronte al diniego di Seidita, preoccupato per l’attenzione delle forze dell’ordine, che avrebbero capito subito il senso dell’incontro tra i due, avrebbe rilanciato venendo direttamente al sodo: “Fammi lavorare – avrebbe chiosato – vedi che con me brutta figura non ne fai”. A quel punto, Seidita si sarebbe messo a disposizione per fare da tramite con un ingegnere che avrebbe potuto affidare del lavoro all’imprenditore. 


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