18 Marzo 2013, 06:00
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Che il tema fosse caldo certo lo sapevamo. Che sfondasse il tetto dei cento commenti nel giro di una giornata, però, forse non ce lo aspettavamo neanche noi. E quella cifra, che nel frattempo ha superato quota 120 la dice lunga sugli umori e sugli stati d’animo dei siciliani, più di dieci sondaggi o di un trattato di sociologia. Sì, basta contare quei 120 e passa commenti all’articolo di Carlo Passarello e Accursio Sabella su quanto ci costano assessori e boiardi regionali, e possibilmente impiegare qualche minuto del proprio tempo a leggerli tutti, per farsi un’idea ben precisa, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto sia urgente affrontare il tema dei costi della politica e del Palazzo se si vuole tentare di entrare in sintonia con la gente in questo tragico momento di crisi.
Siamo adulti, e pur difettando dei celebri tre anni di militare a Cuneo, ci riteniamo uomini abbastanza di mondo per sapere bene che quando di questi temi si parla, il rischio di scivolare nella demagogia da bar sport è quanto mai alto. Ma altrettanto rischioso, e cieco, sarebbe volere ignorare la fiumana di sfoghi raccolta da questo giornale a corredo del “bollettino” delle indennità di governanti, superburocrati, vertici di sottogoverno e affini. Numeri che sono risultati particolarmente indigesti ai nostri lettori. Molti hanno preso di mira in particolare la giovane assessore Nelli Scilabra, la cui indennità, “tra la fine di novembre e quella di dicembre dello scorso anno sfiorava i ventimila euro lordi (19.843,76 euro)”. “I tuoi colleghi di università… studiano per forse guadagnarne 1500 tra alcuni anni”, scrive all’assessore un lettore che si firma Meridionale al Sud, tanto per citarne uno, e non il più cattivo. Altri puntano direttamente al governatore: “Vergognati Crocetta. Avevi promesso negli show televisivi, in campagna elettorale ed in tutti i comizi che ti saresti dimezzato lo stipendio, non l’hai fatto!”, gli rimprovera Riccardo73.
È questa l’aria che tira. Anche l’assessore Lucia Borsellino si fa viva tra i commenti, con cortesia e puntualità tiene a rendere noto che la sua indennità “ammonta mensilmente a 12.166 lordi che al netto sono 10.446 comprensivi della diaria forfettaria per “i miei viaggi” che altro non sono che per partecipare alla Commissione Salute degli Assessori delle Regioni per sostenere la posizione della Regione sui provvedimenti nazionali e ai tavoli nazionali in cui sia richiesta la presenza dell’Assessore. Non parto mai il giorno prima – fa sapere l’assessore alla Sanità – per evitare di togliere altro tempo ai miei figli oltre che per evitare spese ‘evitabili’”. Bontà sua, ci mancherebbe. Restano però quelle cifre. Che un altro lettore (si sigla con un diciamo criptico M.C.N.) fotografa così: “In un periodo di grande crisi con tante famiglie che non riescono nemmeno a sopravvivere trovo vergognoso che gli stipendi di certe figure pubbliche siano così vergognosamente alti da renderli in qualche caso imbarazzanti…”. Ed è questo, con buona pace di chi grida alla demagogia, il punto della questione.
Il momento economico che vive l’Italia e la Sicilia in particolare è di una tale tragicità da reclamare una spinta di sobrietà verso il sacrificio che parta da chi è chiamato, con la responsabilità di governo, a offrire l’esempio. Basterebbe anche un piccolo gesto. Non capirlo, far spallucce e tirar dritto parlando d’altro, sembra oltre che un gesto di irresponsabilità anche una prova conclamata di cecità politica.
Sì, si potrà obiettare che enormi sono le responsabilità di chi governa, e basta rammentare la recente sentenza dei giudici contabili sulla vicenda 118 per inquadrare di cosa stiamo parlando. Si potrà ragionare del famoso principio per cui non è importante quanto si guadagna ma la qualità del lavoro svolto. Tutto vero, per carità, ma è davvero concepibile, nella Regione della disoccupazione alle stelle, che un assessore guadagni più o meno quanto i Governatori del Maine, del Colorado e dell’Arkansas messi insieme?
A tutto questo si aggiunga che essendo l’intero governo regionale formato da esterni tutto questo si traduce in un ulteriore aggravio per le casse regionali, visto che gli assessori deputati regionali incassano solo una integrazione al loro già lauto stipendio dell’Ars. Come fa notare con puntualità la lettrice Grazia, che scrive: “I siciliani chiedevano la riduzione dei deputati e Crocetta ha deciso di farli diventare più di cento. Crocetta infatti ha nominato in giunta solo assessori esterni. Dodici esattamente, sommando ai quali i 90 deputati, si supera il numero di 100 persone”.
Intervenire, insomma, si deve. E si può fare. L’assessore Vancheri, ad esempio, ha aderito all’iniziativa dei deputati regionali del Cinque Stelle, alimentando il nascituro fondo per il microcredito. Ma l’obiettivo, più che legato ad apprezzabili donazioni e rinunce personali, deve essere quello di una revisione generale delle indennità, per portare anche un modesto sollievo alle casse regionali ma soprattutto per avvicinare il Palazzo alla sofferenza di ciò che si muove al suo esterno. Certo, quando si spera che il tacchino apparecchi per il cenone di Natale, è facile restare delusi. Ma ci chiediamo se è davvero possibile che la classe dirigente siciliana non capisca che è questo il momento per rinunciare a qualche pezzo di privilegio per garantirsi la sopravvivenza. Prima di essere spazzata via una volta e per tutte.
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18 Marzo 2013, 06:00