“Governo e deputati parlino | La Lega farà la sua parte”

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24 Gennaio 2020, 05:10

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Antonio Catalfamo, capogruppo della Lega all’Ars, avete chiesto un chiarimento tra governo e maggioranza dopo “l’incidente” dell’esercizio provvisorio. Che cosa è successo secondo voi?

“Io. prendendo la parola all’inizio della seduta ho espresso un certo stupore per alcune dichiarazioni che tendevano a sminuire quel che era successo, parlando di pausa caffè e pausa sigarette. Secondo me invece era sintomatico di un problema di comunicazione tra il governo e la deputazione. Auspico un miglioramento sotto questo punto di vista. Noi come Lega vogliamo essere parte attiva da qui a fine legislatura perché il governo condivida alcune nostre proposte”.

Volete parlare di proposte e non di posti?

“Vogliamo parlare con Musumeci per vedere se ci sono i margini per portare avanti alcuni temi. Questo governo deve essere il governo dei sì, non quello del no come è stato in questo passaggio dove tante nostre proposte sono state cassate prima dell’aula”.

Ma in questo confronto con Musumeci volete parlare anche dell’ingresso della Lega nel governo regionale?

“Questo è un tema che non è di attualità. Noi in questo momento pensiamo alle politiche attive e ai temi”.

Perché c’è un problema nel centrodestra? Lei ha parlato di mancanza di comunicazione con la deputazione. E dire che in questo governo ci sono diversi deputati…

“Probabilmente manca la capacità di ascoltare di più il Parlamento. Io credo che il Parlamento debba essere considerato una risorsa. Che porta istanze. Parlo della mia attività: ho presentato una bellissima riforma sulle politiche attive della famiglia che giace in commissione. Se su tre, quattro temi ci sediamo e troviamo una quadra, noi siamo disposti”.

Ma non è che la nascita dei nuovi gruppi e i transiti dei deputati da un partito all’altro abbiano guastato i rapporti tra alleati?

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“Questo sinceramente non so dirlo ma per quanto riguarda la Lega c’è tutt’altro, la grande voglia di dialogare con il governo Musumeci: mi auguro che sia vista come una cosa positiva”.

Avete avuto riscontri dal presidente dopo il vostro invito?

“Sono passate 24 ore e so che il presidente è stato anche fuori per impegni istituzionali. Tra l’altro in queste ore si pensa all’Emilia Romagna e alla Calabria. Se ne parlerà credo la settimana prossima”.

Com’è questa Lega vista da vicino?

“Devo dire che ho trovato una grandissima organizzazione e una grande voglia di lavorare per dare delle risposte. La Lega si dota finalmente di una classe dirigente siciliana. È il gesto più bello che la Lega può fare al Sud per colmare quello stereotipo genetico che ancora paga. La Lega vuole diventare davvero un partito nazionale. Sta a noi dimostrare di potere portare avanti le linee importanti”.

In Fratelli d’Italia, dove lei era stato eletto, non riteneva di poterlo fare?

“Continuo a condividere i valori portanti: del resto parliamo della stessa area politica. Le motivazioni della mia scelta sono legate non certo a calcoli utilitaristici ma a degli atteggiamenti e condotte che, giuste o sbagliate che siano, non erano conformi a quello che io intendo la convivenza in un partito”.

 

 

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24 Gennaio 2020, 05:10

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