17 Giugno 2009, 12:38
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Per l’opposizione il Popolo delle Libertà in Sicilia si sta “spappolando”, la maggioranza di centrodestra “si sta erodendo” e questo governo regionale “ormai in stato vegetativo” viene “tenuto in vita artificialmente con inaudito accanimento terapeutico”. Ma, secondo Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all’Assemblea regionale siciliana, le elezioni anticipate sarebbero “un errore” perché prima di andare al voto “è necessaria una piena presa di coscienza degli elettori”. Per questo, il Partito democratico continua a chiedere a Raffaele Lombardo di affrontare la crisi in aula e annuncia di essere pronto anche all’occupazione di Palazzo dei Normanni nel caso in cui il presidente snobbasse l’Ars.
Onorevole Cracolici, la spaccatura del Pdl è ormai acclarata e appare difficilmente sanabile…
“Mi sembra che all’interno del Popolo delle Libertà si stia consumando una vera e propria resa dei conti ed è il sintomo più evidente della crisi politica, di strategia e di progetto del centrodestra in Sicilia. Il Pdl si sta letteralmente spappolando”.
Crede che si arriverà all’espulsione dei ribelli ed alla nascita di un nuovo partito, meridionalista o del sud, vagheggiato da Miccichè?
“Non penso che si arriverà all’espulsione. Il problema vero non riguarda le posizioni di alcuni esponenti del Pdl ma l’incapacità della maggioranza di continuare a stare insieme. Quanto al partito meridionalista è una suggestione che, dal punto di vista evocativo, può avere un suo fascino. Ma i partiti non si creano su queste basi. Ci vuole una rappresentanza sociale. E’ vero che c’è il rischio di una settentrionalizzazione della politica nazionale, ma per affrontare questo pericolo non servono partiti del sud bensì partiti nazionali più meridionali, e questo vale anche per noi all’opposizione. L’idea di Micciché sarebbe una soluzione macchiettistica e caricaturale”.
In queste condizioni che margini di governabilità ci sono?
“E’ una questione che mi preoccupa perché in questo modo si continua a tenere in vita un governo ormai in stato vegetativo. E’ un accanimento terapeutico. Si dà ancora ossigeno a questa maggioranza solo perché manca la presa d’atto sul fatto che dal cervello non arriva più alcun segnale”.
Le elezioni regionali anticipate possono essere una soluzione a questa situazione di stallo?
“Andare ad elezioni anticipate per il Pd sarebbe un errore. C’è una coalizione che si sta erodendo, come se dei topi rosicchiassero le sue fondamenta, ma il suo indebolimento deve essere percepito dalla società che, fino alle ultime elezioni europee, ha continuato a premiare il centrodestra. Bisogna rendere evidente che non ce la fanno più ed arrivare all’esplosione dell’alleanza prima di andare di nuovo al voto. Non concordo con l’ipotesi del mio amico Enzo Bianco che, invece, pensa sia meglio accelerare i tempi”.
Paradossalmente, vi potreste ritrovare all’opposizione con l’Udc e con un pezzo del Pdl…
“Mutuando una battuta di Lombardo potrei rispondere che saremo all’opposizione con chi ci sarà. Ma parlando seriamente il paradosso è tutto loro. Noi siamo coerentemente all’opposizione. Comunque, non mi auguro la frantumazione del Pdl o della maggioranza. Non sono tra coloro che ritengono che la soluzione possa essere la balcanizzazione della politica”.
Alle amministrative, in alcune realtà, si stanno sperimentando alleanze anomale tra il Pd e l’Mpa. Potrebbe essere un’esperienza esportabile al governo della Regione?
“Se si esclude Termini Imerese, dove c’è una situazione politica confusa, non mi risulta che ci siano alleanze di questo tipo al primo turno. Ai ballottaggi si innescano meccanismi impensabili, come a Monreale, dove l’Mpa sui manifesti sostiene un candidato ma adesso i suoi uomini ne appoggiano un altro. Tutte queste dinamiche locali, tuttavia, sono mosche rare e non sono esportabili. Per la politica regionale ci vuole una strategia d’insieme”.
Il Pd ha già chiesto al presidente Lombardo di affrontare un dibattito d’aula sulla crisi…
“Si, e nel corso della seduta di oggi i nostri deputati continueranno a sollecitare la convocazione di una conferenza dei capigruppo per mettere questo punto all’ordine del giorno. La crisi non può essere affrontata solo sui giornali. Il presidente Lombardo è stato eletto insieme a questo Parlamento, non può frequentarlo solo quando ha tempo. Sarebbe di una gravità inaudita se non venisse a riferire a Sala d’Ercole. Se decidesse di snobbare il Parlamento, il Pd sarebbe pronto ad utilizzare tutti gli strumenti a propria disposizione, compresa l’occupazione dell’Ars”.
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17 Giugno 2009, 12:38