16 Giugno 2014, 19:58
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PALERMO – Si chiude nel peggiore dei modi la vertenza Grande Migliore. Dopo oltre due anni di tira e molla fatti di bandi andati a vuoto, manifestazioni di interesse e speranze cadute nel vuoto, sono state avviate le procedure per il licenziamento collettivo dei 169 lavoratori rimasti, al netto di quelli impiegati in via Notarbartolo e nel Trapanese (80, di cui 57 a Trapani).
Una vicenda che riguarda uno dei marchi storici del commercio palermitano, le cui radici risalgono agli anni Venti del secolo scorso: partita da piazza Virgilio, la famiglia Migliore cominciò a fare grandi affari sino all’apertura, nel 1986, del punto vendita di viale Regione siciliana e alla sua ristrutturazione in grande stile nel 2010. Poi però il declino, la crisi, nel 2011 i contratti di solidarietà e infine l’amministrazione straordinaria e la Cig per i dipendenti.
Nel corso di questi anni, però, la speranza era rimasta accesa grazie all’interesse del gruppo Bellavia, proprietario a Palermo di Casa Crea, che qualche mese fa ha rilevato il punto vendita di via Notarbartolo e quello di Trapani rimettendo al lavoro 80 dipendenti. Ma il punto dolente è rimasto sempre la struttura di viale Regione siciliana: il piano terra, da 5mila metri quadrati, aveva tutte le autorizzazioni e sarebbe stato pronto per riaprire i battenti, il seminterrato (3.500 metri quadrati) aveva invece bisogno di essere completato intervenendo sul verde e sui parcheggi mancanti. I Bellavia hanno tentato invano di ottenere dal ministero lo scorporo degli affitti, ma senza successo. Il quarto bando, però, sembrava la volta buona visto che era stato formulato proprio sulla base di una lettera di intenti dei Bellavia che però, a sorpresa, si sono tirati indietro all’ultimo, spaventati forse dai tre milioni necessari per i parcheggi.
E così nel frattempo sono scaduti i due anni di commissariamento, che adesso porteranno al fallimento e alla dichiarazione di mobilità per i dipendenti. “La lunga vertenza sembra, purtroppo, arrivata all’epilogo – dichiara Mimma Calabrò, Segretario Generale Fisascat Cisl Palermo Trapani – in questi mesi di trattative, abbiamo creduto di poter salvaguardare una delle storiche colonne vertebrali dell’economia palermitana che avrebbe consentito l’occupazione di decine di lavoratori. In ogni modo, auspichiamo di poter trovare soluzioni a tutela e salvaguardia dei livelli occupazionali anche attraverso l’ausilio di ammortizzatori sociali”.
Le speranze sembrano però ridotte al lumicino e adesso il grande sito di viale Regione siciliana rischia di andare in vendita, a meno che un eventuale curatore non decida di tentare altre strade. Niente da fare per i 169 dipendenti, per cui scattano i licenziamenti: 165 a Palermo (di cui 3 capiservizio, 55 addetti alle vendite, 23 addetti alla cassa, 12 amministrativi, 26 magazzinieri, 44 operai e 2 dell’ufficio acquisti) e 4 a Trapani (3 addetti alle vendite e un magazziniere). ”In attesa che il tribunale decida – dice Marianna Flauto della Uiltucs – riteniamo sia giusto garantire ai lavoratori il rapporto di dipendenza dall’azienda con uno degli ammortizzatori sociali utilizzabili e la mobilità volontaria per coloro che saranno disponibili a questo percorso. Non appena sara’ nominato il liquidatore/curatore, chiederemo un tavolo istituzionale all’assessore Marano che si è già dichiarata disponibile”.
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16 Giugno 2014, 19:58