26 Maggio 2017, 19:31
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PALERMO – L’idea di una candidatura di Piero Grasso alle regionali, per il momento solo un’idea, piace a Sinistra Italiana. Mentre lascia freddo Angelino Alfano. Che sottolinea come in realtà al momento non ci sia neanche un’intesa tra Pd e centristi. Insomma, la quadra è ancora lontana nel centrosinistra, ma la voglia di Grasso cresce. La soluzione individuata dalla segreteria regionale insieme al Nazareno, cioè quella di una candidatura del presidente del Senato, è ancora tuta da costruire. Grasso a Palermo ha detto fra il serio e il faceto a chi gli domandava notizie che nessuno gli aveva parlato dell’argomento.
Intanto, Sinistra Italiana benedice l’idea. E apre di fatto a una coalizione allargata simile a quella costruita a Palermo, come auspicato nei giorni scorsi da esponenti dem come Fausto Raciti e Giuseppe Lupo. “Se l’ipotesi della candidatura di Pietro Grasso, attuale Presidente del Senato, come Governatore della Sicilia per le prossime elezioni regionali, fosse più di una indiscrezione giornalistica sarebbe una buona notizia, innanzitutto per i cittadini e le cittadine siciliani. In mezzo a lotte tra correnti e populismi di destra camuffati da “nuovo che avanza”, gli elettori troverebbero la possibilità di scegliere una persona onesta, con la forza e la biografia necessarie a mantenere indipendenza di fronte a pressioni di ogni tipo, con la chiara visione di cosa sia la Sicilia e di che cosa bisogna fare per cambiarla in meglio”. A dirlo sono Bianca Guzzetta e Luca Casarini, segretari regionali di Sinistra Italiana Sicilia.
“Il Presidente Grasso sarebbe una garanzia concreta anche per le forze politiche come la nostra che intendono dare battaglia sulle grandi questioni che sono in campo – spiegano Guzzetta e Casarini – il tema dei rifiuti e degli appalti miliardari che ci sono dietro, che fanno volteggiare vecchi avvoltoi della politica mafiosa come volteggiano i gabbiani sopra le discariche; la questione della privatizzazione della gestione dell’acqua, che dovrebbe essere pubblica come affermano molti sindaci in prima linea per difendere i beni comuni; l’accoglienza dei migranti, trasformata in maniera vergognosa in business per i soliti noti invece che essere il terreno umano, innovativo ed efficiente, sul quale ridare alla nostra isola le sue storiche caratteristiche di terra di accoglienza e punto di riferimento per una nuova politica mediterranea. E ancora, il tema del lavoro, sganciato dall’idea che la Sicilia possa solo essere il luogo da dove si emigra o dove si possono sfruttare a basso costo risorse e persone perché qualcun altro e ad altre latitudini si possa arricchire a dismisura; la grande battaglia contro la povertà, sostituita spesso dai governi da quella contro i poveri, che necessita di politiche di contrasto serie, strutturali e legate anche ad una idea nuova di welfare e di sviluppo; la formazione, dalla scuola e dall’università alla ricerca, avvilite da decenni di ruberie e privilegi baronali che hanno trasformato una grande questione strategica e di diritto all’emancipazione di tutti i cittadini, in bancomat per le lobby politico mafiose e posti da elargire alle clientele”.
“Siamo convinti che la candidatura di una personalità come quella del Presidente Grasso potrebbe essere quello che ci vuole per impedire che la palude della politica permetta che a sguazzare siano i vecchi arnesi delle mafie, che già tornano alla ribalta come dimostrano le elezioni di Palermo, ripuliti, ma sempre con la stessa arroganza e voracità”, concludono i due segretari.
Chi non si entusiasma è invece Angelino Alfano. “Grasso è il presidente del Senato in carica e, in quanto tale, non va tirato per la giacca. In ogni caso noi avremo il nostro candidato alle regionali e non c’è alcun accordo in base al quale sosterremo i candidati del Pd”. Così il ministro degli Esteri,rispondendo ai cronisti oggi a Palermo.
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26 Maggio 2017, 19:31