15 Novembre 2009, 19:43
1 min di lettura
“Ho fatto le mie congratulazioni al ministro Maroni, al questore di Palermo e ai ragazzi della sezione catturandi della mobile. La cattura di Raccuglia è un successo investigativo importantissimo”. Cosi’ il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha commentato l’arresto del boss palermitano Mimmo Raccuglia. ”Quando, poco fa, ho sentito il questore – ha raccontato – era insieme ad alcuni degli agenti della sezione catturandi, ragazzi che conosco bene e con cui ho lavorato quando ero procuratore a Palermo. Ho potuto complimentarmi anche con loro”. ”Raccuglia – ha spiegato Grasso – è considerato il numero due, per peso criminale, nella lista dei ricercati di Cosa nostra dopo Matteo Messina Denaro. In questi anni ha esteso il suo dominio da Altofonte fino al confine con la provincia di Trapani, come conferma il fatto che si nascondeva proprio nel trapanese”. “Si tratta di un arresto di straordinaria importanza, abbiamo preso uno dei capi assoluti di Cosa nostra ancora in circolazione in un momento di ascesa all’interno delle gerarchie mafiose”. Lo dice ad Apcom il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia che ha coordinato le indagini che hanno portato questo pomeriggio all’arresto del boss di Cosa nostra Domencio Raccuglia. “E’ stata – spiega – una indagine molto difficile perché Raccuglia si è dimostrato attento e accorto nella gestione della sua latitanza e lo dimostra il fatto che l’arresto è avvenuto fuori dalla sua zona in una zona più tranquilla”. Cosa succederà adesso all’interno di Cosa nostra visto che Raccuglia era in forte ascesa? “Si crea – dice ancora Ingroia – un ulteriore vuoto dove i latitanti di spicco sono sempre meno. Adesso assumono maggiore importanza Nicchi a Palermo e Messina Denaro a Trapani. Raccuglia – conclude – era l’uomo cuscinetto che controllava i territori fra Palermo città e la provincia di Trapani”.
Pubblicato il
15 Novembre 2009, 19:43