30 Giugno 2012, 12:39
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Da quando lo Stato è diventato biscazziere, diciamoci la verità, la vita di tutti noi è cambiata. Operazioni un tempo banali e immediate come comprare le sigarette ma anche semplicemente acquistare la scheda parcheggio o ricaricare il credito del proprio cellulare sono diventate grottescamente complicate. Stuoli di casalinghe in preda al male di vivere, pensionati ottimisti, zii orfani dei tempi in cui con la schedina si poteva fare tredici e suocere maldestre si mettono regolarmente di mezzo. Arrendervisi senza condizioni è l’unica via di scampo. Gettata la spugna, allora, non rimane che attendere il proprio turno. Pazientare. E nell’attesa ci si può perfino sorprendere a solidarizzare con il nemico, lasciandosi conquistare dallo spettacolo della complessità che la vita ci mette sotto gli occhi a tradimento: realizzare che scegliere un “gratta e vinci” non è proprio cosa facile può essere intrigante. Nel frattempo, ovvero mentre voi aspettate, i vigili, però, avranno già multato la vostra macchina senza scheda parcheggio.
Ecco, ritrovarsi, come ci ha appena raccontato questo giornale insieme all’invito a nozze, la balzana richiesta dei promessi sposi di ricevere in dono l’odiato “gratta e vinci” non può che urticare doppiamente: da una parte, perché beccarsi pure nelle partecipazioni le due parole magiche ridesta tristi ricordi di sonore sconfitte e lunghe attese, dall’altra, perché fa vacillare nell’amor proprio: “come potrei mai IO – che ho letto Baricco e pure Kundera – essere amico di qualcuno che nel giorno più sacro della vita, è tanto spudorato da chiedere un regalo del genere”? E giù di lì a malignare: “Che illusi si è a pensare che i problemi della vita si risolvano con le lotterie! E poi ci si stupisce che vince Berlusconi!” e via di questo passo.
Arriva però il giorno delle nozze. E capisci il trucco. Puoi riprendere fiducia in te, nella tua capacità riconoscere gli amici e di amministrare la tua socialità. Realizzando che non di dipendenza molesta si sarebbe trattato, né dell’insano utopismo di chi si aspetta di diventare miliardario grazie alla fortuna ma di un intelligentissimo modo di ammortizzare le spese matrimoniali in tempi di crisi. Ve lo spiego. Se voi chiedete al solito centinaio di coppie invitate di regalare (oltre, è ovvio, al regalo della lista nozze!) per ogni sposo un “gratta e vinci”, riceverete circa 200 “gratta e vinci”, per una spesa media di 10 euro a coppia, quindi, diciamo, davvero minima. Se è molto difficile (ma può sempre capitare!) che da questi 200 “gratta e vinci” voi possiate trovare quello per diventare milionario, è invece sicuro che una percentuale che varia dal 20% al 40% (ci sono in rete le tabelle con le percentuali) della cifra investita dai vostri amici verrà ridistribuita nei biglietti acquistati. A questo punto you do the math: 200 gratta e vinci per 5 euro (prezzo medio un gratta e vinci) = 1000 euro, spesi in totale dai vostri ospiti. Di cui un minimo di 200– 400 euro di vincita saranno sicuramente riguadagnati, massimizzando però la possibilità che su 200 pezzi comprati almeno uno possa assicurare un premio consistente. Se va male, quindi, vi ci comprate il televisore, se invece va bene potete rischiare di incassare una cifra buona per pagare l’intero ricevimento. Sempre non considerando, lo abbiamo dichiarato all’inizio, il fatto che, una volta tanto nella vita, magari nel giorno più sacro, possa perfino capitare che vada benone.
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30 Giugno 2012, 12:39