“Graviano lancia messaggi”

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25 Novembre 2009, 10:00

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“Più che l’inizio di un percorso di dissociazione – strada che non mi sembra più attuabile – credo che le parole di Filippo Graviano rappresentino un avvertimento a chi aveva dato certe garanzie e non ha saputo mantenerle. Un po’ come dire: io non mi pento, ma state attenti, perché se parlo io sono guai seri”. E’ l’opinione di Alfonso Sabella, ex pm della Dda antimafia di Palermo, ora giudice al tribunale di Roma, che, da direttore del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, ha vissuto tutte le fasi della storia di Cosa nostra in cui si adombrò l’ipotesi della dissociazione di alcuni capimafia. “In questo momento – spiega – i mafiosi sanno benissimo che la via della dissociazione non è percorribile: una legislazione come quella che fu fatta per i terroristi non è neppure ipotizzabile. Però c’é una generazione di ex 40enni, ora vicini ai 50, che ha sulle spalle già diversi ergastoli e non ha prospettive di lasciare il carcere e potrebbe sentirsi tradita da chi ha fatto promesse che non ha potuto mantenere”. “Gente come Filippo Graviano – aggiunge – che, sono certo, parla anche per conto del fratello. Non ha alcuna intenzione di pentirsi, ma lancia messaggi inquietanti a chi sta fuori e non ha rispettato le garanzie offerte”.  (Ansa)

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25 Novembre 2009, 10:00

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