Gregorio Arena vs “Il Foglio” | Quando la vera politica è invisibile

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03 Agosto 2010, 10:29

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Perfino il placido Gregorio (placido finché qualcuno non “smurritia” la sua caliente vena etnea) stavolta si è piccato. Ha letto il reportage de “Il Foglio” sui rifiuti. E dunque, piccatissimo, ha scritto ciò che è stato pubblicato oggi. Ha scritto, Gregorio Arena – con la qualifica di coordinatore dell’ufficio stampa della Presidenza della Regione Siciliana -: “Marina Valensise ha fatto un po’ di confusione con i suoi appunti. Nel suo elegante reportage palermitano mi attribuisce infatti un ruolo e posizioni politiche che non mi appartengono. Altri e in altre sedi sono i portavoce di Raffaele Lombardo. Io – da venti anni – sono redattore capo dell’ufficio stampa della presidenza della Regione Siciliana. Da Raffaele Lombardo, due anni fa, sono stato chiamato a coordinare l’ufficio. Alla collega Valensise mi sono limitato a fornire una documentata rassegna stampa sull’emergenza rifiuti in Sicilia (…). Invitandola, come s’usa, a verificare e riscontrare la cronaca dei passaggi più complessi (…). E’ accaduto che proprio quei passaggi più arditi, alla fine, siano stati attribuiti a mie dichiarazioni con tanto di virgolette. Ringrazio “il Foglio” e Marina Valensise per l’attenzione. Ma se dovessi avere voglia di mettermi in politica, vorrei deciderlo in proprio”.

 La replica ci consente una digressione, un’incursione corsara forse utile nel rapporto tra il potere e le parole, tra il potere e i “portaparola”, che siano portavoce o addetti stampa. Spesso, le frasi della politica sono state cucinate altrove. In quelle camerette colme di fumo, in quei locali di segreteria in cui sudati e scamiciati giornalisti si industriano per ricostruire la linea del dante causa. Ed è tutto un fiorire di iperboli, di comunicati, di attacchi e difese. Poi la telefonata. “Onorevole, va bene così?”. L’assenso e l’invio. Questo per dire che le parole di un politico, quelle di produzione propria, al massimo sono pronunciate al microfono (ma può pure capitare che siano l’avanzo di una nota stampa). Le altre – il vero succo – sovente appartengono ai nibelunghi che sudano e forgiano il metallo nel ventre della miniera delle idee. I nibelunghi sono coloro che “fanno” davvero politica. La paga è buona, ci mancherebbe. Solo una pena si sconta, a favore della parcella: l’invisibilità totale. Sarà giusto?

Ps. Poi non si capisce come alla Valensise sia venuto in mente di accostare Arena e Lombardo. Sarà che portano i baffetti quasi uguali.

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03 Agosto 2010, 10:29

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